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SULMONA – “Mi sono messo in auto solo per percorrere pochi metri e tornare a casa”. Si è difeso questo pomeriggio e ha risposto alle domande del Gip, il muratore 45 enne di Pettorano sul Gizio, S.C., accusato del reato di omicidio stradale per il tragico incidente sulla statale 17 che conta due morti, Francesco e Antonio Sciullo, rispettivamente padre e figlio originari di Pescocostanzo, oggi salutati per l’ultima volta in paese con un commosso e raccolto rito funebre. Il conducente della jeep è stato interrogato all’ospedale di Sulmona, dove è ricoverato in stato di arresto, dal giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Ferruccio. In lacrime e profondamente amareggiato il 45 enne ha raccontato di essersi messo alla guida dalla stazione di servizio di Pettorano per percorrere un breve tragitto e far rientro nella sua abitazione. Ha ribadito pure che quella sera ha invaso l’altra corsia di marcia per evitare un animale. Una versione tutta da riscontrare. La Procura della Repubblica ha chiesto la custodia cautelare in carcere per l’aggravante della guida in stato di ebrezza ( indice alcolemico accertato 2.8). Il giudice Ferruccio si è riservato di decidere sulla convalida dell’arresto e sulla nuova ordinanza. Intanto sui due mezzi incidentati, la jeep guidata da S.C. e la Fiat Punto nella quale sono morti schiacciati padre e figlio di Pescocostanzo, sarà eseguita una consulenza disposta dalla magistratura.

Andrea D’Aurelio

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