banner
banner

SULMONA – La Asl conferma che l’ospedale di Sulmona è un presidio No Covid, ma non di fatto non è così almeno fino al prossimo mercoledì. Si è tenuto oggi via skype il comitato ristretto dei sindaci per fare il punto della situazione sull’emergenza sanitaria Coronavirus. Nei prossimi giorni saranno somministrati i tamponi a tappeto agli operatori sanitari della terapia intensiva e del pronto soccorso e non a tutto il persone del nosocomio. “Da protocolli di sicurezza diffusi dall’azienda oggi i tamponi sono somministrati solo al personale che ha avuto contatti con Pazienti Covid (terapia intensiva e pronto soccorso) in accordo con i medici competenti”- spiega il sindaco Annamaria Casini- “per aumentare la capacità di fare tamponi per popolazione e sanitari si sta lavorando ad ampliare i laboratori sul territorio fino a 1 per provincia mentre pronto soccorso e distretto verrà rifornito da domani di tamponi (circa 100) per consentire la somministrazione a sanitari che hanno avuto contatti con pazienti Covid, a pazienti in pre-triage e l’attivazione dell’Usca”. La Asl quindi, che ha preso in carico la proposta lanciata dal Tribunale per i diritti del Malato e diffusa da Onda Tg, ha spiegato che Sulmona resta un presidio No Covid. Tra la forma e la sostanza sussiste però una chiara differenza. Perché la presa in carico, anche solo per qualche giorno di un paziente Covid, comporta l’attuazione di una serie di misure nell’interesse dell’intero presidio e del paziente stesso che, prima di tutto, è una persona che necessita di cure. La mappa delle carenze nell’ospedale “Covid a tempo” viene rispolverata dalla coordinatrice Tdm, Catia Puglielli: Il personale del triage è lo stesso personale del pronto soccorso. Le barelle hanno difficoltà ad entrare nel pre triage. La sanificazione delle ambulanze dopo il trasporto di un covid avviene nel piazzale del vecchio pronto soccorso mentre gli utenti entrano in ospedale. I nefropatici, le donne in gravidanza, le persone che devono fare la donazione, le persone che devono fare le analisi inevitabilmente devono fare lo stesso percorso che fanno i pazienti Covid. “Se si complica un intervento chirurgico dove li mandiamo i malati?”- si chiede la Puglielli spiegando che “allo stato attuale, anche solo per un giorno, insisto nel dire che è necessaria una programmazione della gestione al fine di tutelare tutti i pazienti ed il personale”. D’altronde un periodo di emergenza i problemi vanno risolti. Non basta fare a gara a chi ha meno responsabilità.

Andrea D’Aurelio

Lascia un commento