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SULMONA – Le avrebbe messo le mani tra le gambe per poi palpeggiarle il seno e aggredirla davanti casa della nonna. Si è aperto ieri davanti al collegio giudicante del Tribunale di Sulmona il processo a carico di un 28 enne di Sulmona, M.A.M, chiamato a rispondere dei reati di violenza sessuale e lesioni. Due pesantissime accuse per le quali la difesa ha chiesto l’escussione di tre testimoni per cercare di smontare il quadro probatorio. I tre sfileranno davanti ai giudici nella prossima udienza del 9 febbraio mentre il Pm ha presentato la lista dei suoi otto testi. Un processo che si annuncia impegnativo. I fatti risalgono al 14 dicembre 2013. I due, l’imputato e la vittima, si erano ritrovati assieme a una comitiva di giovani presso un bar del centro storico di Sulmona fino a quando, vista la tarda ora, la ragazza decise di rincasare, nell’abitazione della nonna, nonostante il reiterato invito da parte dell’imputato di intrattenersi nel locale. Una volta arrivata a destinazione la giovane fu raggiunta sul telefono cellulare dal ragazzo che la invitò a tornare indietro e a proseguire la serata. La donna si rifiutò, spiegando che si era già fatto tardi e aveva necessità di coricarsi presto per raggiungere il posto di lavoro da lì a qualche ora. Il tempo di fumarsi una sigaretta che l’imputato avrebbe tentato di approfittare della ragazza. La Procura contesta al giovane le condotte rapide e insidiose, ovvero aver messo le proprie mani tra le gambe della giovane e averle palpeggiato il seno, ponendo in essere atti sessuali nella piena consapevolezza di un rifiuto inequivocabilmente e reiteratamente palesato. L’accusa è anche quella di lesioni personali dal momento che l’imputato avrebbe afferrato con forza la vittima fino a spingerla contro il muro e farla cadere a terra, cagionandole delle lesioni personali, giudicate guaribili in cinque giorni, come certificato dal pronto soccorso del nosocomio cittadino. La giovane, assistita in giudizio dall’avvocato Piercarlo Cirilli, fu soccorsa da una residente del quartiere che si era particolarmente allarmata, pensando che si trattasse della figlia. Ma in quel momento, poco distanti, c’erano anche le sue amiche a bordo di una autovettura. L’imputato, difeso dall’avvocato Alessandro Margiotta, ritiene le accuse infondate. Nella prossima udienza del 9 febbraio si entrerà nel merito della delicata vicenda.

Andrea D’Aurelio

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