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SULMONA – Le avrebbe messo le mani tra le gambe per poi palpeggiarle il seno e aggredirla davanti casa della nonna. Per il reato di violenza sessuale è arrivata la condanna oggi per M.A.M., 29 enne sulmonese, alla pena di un anno e otto mesi di reclusione, che resterà sospesa per i prossimi cinque anni. Il collegio giudicante del Tribunale di Sulmona ha riconosciuto le attenuanti generiche all’imputato, ovvero la lieve entità del fatto e lo ha prosciolto dal reato di lesioni per mancanza di querela. Il giovane, condannato anche ad una provvisionale di 5 mila euro, dovrà risarcire in separata sede la parte civile, una giovane del posto. I fatti risalgono al dicembre 2013. In base all’inchiesta curata dalla Squadra Anticrimine del Commissariato e dal Sostituto Commissario, Daniele L’Eraro, è venuto fuori che i due si erano ritrovati assieme a una comitiva di giovani presso un bar del centro storico di Sulmona fino a quando, vista la tarda ora, la vittima decise di rincasare, nell’abitazione della nonna, nonostante il reiterato invito da parte dell’imputato di intrattenersi nel locale. Giunta nei pressi di casa, la ragazza venne raggiunta prima telefonicamente e poi fisicamente dall’imputato con la scusa di fumare una sigaretta insieme prima di coricarsi. Il 29 enne avrebbe quindi molestato sessualmente la vittima sua coetanea, palpeggiandole il seno e mettendole le mani fra le cosce nonostante il rifiuto inequivocabile e reiteratamente palesato della ragazza. Davanti al rifiuto opposto dalla ragazza il giovane sulmonese l’avrebbe spinta con forza contro un muro facendola cadere a terra causandole un trauma della zona lombo-sacrale e dell’anca. Un racconto confermato per filo e per segno dalla residente del quartiere che in piena notte scese in strada per soccorrere la giovane. L’imputato, difeso dall’avvocato Alessandro Margiotta e sentito oggi dai giudici, ha ammesso di aver avuto un approccio con la sua coetanea, anche di tipo sessuale nelle modalità descritte, ma senza violenza alcuna. Il collegio ha quindi pronunciato la sentenza di condanna, riconoscendo le attenuati generiche, fermo restando il risarcimento dei danni subiti dalla giovane, assistita dall’avvocato Piercarlo Cirilli, che sarà liquidato e in separata sede. In caso di condanna superiore a due anni, essendo il reato ostativo all’affidamento in prova, per il 29 enne si sarebbero aperte le porte del carcere.

Andrea D’Aurelio

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