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SULMONA – “Nessuno guarda una palla magica per prevedere un evento sismico. In questo momento noi non osserviamo una particolare attività dinamica sulla Valle Peligna, ma questo non vuol dire che questa attività non possa nascere nel prossimo futuro”. Così a “Un Occhio per Tutti” Giampaolo Giuliani, Presidente dell’omonima Fondazione, ospite ieri sera della rubrica sociale di onda tv. “Il rischio che sulla Valle Peligna possa svilupparsi un forte terremoto c’è e la nostra strumentazione ( precursori sismici e Radon) ci permette di individuare l’evento sismico dalle sei alle ventiquattro ore”, precisa Giuliani. “Quello che possiamo fare è parlare di prevenzione perché quando accade un terremoto catastrofico la prima vera Protezione Civile siamo noi, i volontari arriveranno solo al termine del sisma”. Secondo Giuliani è “molto raro che si verifichino dei terremoti che possano avvenire senza uno sciame sismico o delle semplici avvisaglie”. “C’è un tempo di carica dell’energia che prepara il forte sisma”- sostiene. “Dire che il terremoto di Amatrice non si poteva prevedere quando da gennaio 2016 al 23 agosto scorso ci sono state 1540 scosse, è davvero disonesto, oltre ad essere una cattiva informazione”, prorompe il Presidente della Fondazione. “Chiedermi che cosa prevedo fra un mese o due mesi non ha senso. Noi basiamo la nostra previsione sismica attraverso l’analisi fornita dalle nostre macchine. Quando l’evento si sviluppa in prossimità della nostra rete di rilevamento, la finestra temporale non supera le sei- ventiquattro ore”, ribadisce Giuliani. Una tirata di orecchie arriva per quella parte del mondo scientifico che ritiene poco attendibili le sue ricerche e alle istituzioni riserva un puntuale ammonimento. “Non è stato mai fatto in Italia da nessun ricercatore negli ultimi trent’anni il tipo di osservazione che noi facciamo con la strumentazione che io ho realizzato. I nostri risultati vengono anche presi in considerazione da enti stranieri”, specifica Giuliani. “Chi amministra”- osserva- “è importante che abbia un minimo di cultura, educazione e onestà nei confronti della propria popolazione del territorio, altrimenti sarebbe come un padre di famiglia che si disinteressa dei propri figli”. “Quando vengo a Sulmona”- confessa- “mi viene da piangere guardando il passeggio di tanta gente, cosa che nella mia città dell’Aquila non c’è più”. “Non sono venuto qui a dirvi di stare attenti perché la prossima scossa tocca a Sulmona”- conclude- “ma Sulmona è una città come L’Aquila”. Sulla ricostruzione del Centro Abruzzo Giuliani ha fatto capire a chiare lettere che c’è ancora molto da fare e, in merito al disorientamento della popolazione, ha sottolineato quanto sia importante curare la fase del post sisma che è quella più delicata.

Andrea D’Aurelio

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