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SULMONA – Oltre cento persone truffate e almeno otto comuni del Centro Abruzzo coinvolti: Pacentro, Prezza, Sulmona, Popoli, Bussi sul Tirino, Pescocostanzo, Castel Di Sangro e Secinaro. Più diversi centri marsicani e molisani. E’ questo il bilancio della cosiddetta truffa del pellets che nell’epoca del caro miete numerose vittime. Un raggiro che arriva dal Molise e non certamente dalla Valle Peligna dove diverse persone restano in attesa dei carichi ordinati, mai giunti a destinazione. Sul caso sta indagando il Commissariato Ps di Sulmona dopo la formalizzazione di una querela che risale ai giorni scorsi. Sostanzialmente un imprenditore che risiede nel molisano, titolare di una ditta, avrebbe pubblicato sul proprio profilo facebook un post con l’offerta vantaggiosa dei pellets. Nell’epoca digitale la notizia ha fatto il giro del web anche perchè, con i tempi che corrono e con i rincari energetici ai massimi storici, bisogna approfittare. Così un utente residente in Valle Peligna ha contattato la sua cerchia di amici che a loro volta hanno passato la voce per ordinare la merce. Cento euro per l’acquisto di ogni bancale a titolo di anticipo per un totale di migliaia di euro raccolti e consegnati al truffatore, una parte dei quale lo scorso settembre a una persona incarica da quest’ultimo. Passa una settimana. Ne passano un’altra. Fino a due mesi. Il sospetto che possa trattarsi di una truffa è arrivato a molti acquirenti, “garante” peligno compreso, che si è recato personalmente in terra molisana per incontrare faccia a faccia l’imprenditore dell’annuncio dopo aver tentato invano di raggiungerlo telefonicamente. Lì ha fatto l’amara scoperta. Il proprietario della ditta che fornisce pellets non era l’imprenditore in questione ma un altro, già contattato a sua volta da altri utenti per la medesima truffa. “Sono dispiaciuto per quanto accaduto, mi rendo disponibile a risarcire, secondo le mie possibilità, tutte le persone che si sono fidate di me per l’acquisto del pellet”- commenta l’intermediario peligno che ha sporto querela. Parte dei malcapitati sono stati già “ripagati” mentre per gli altri è stato chiesto un certo lasso di tempo dal momento che anche e soprattutto il “garante” è stato a sua volta truffato. Per cui non è dovuto a risarcire. Insomma una truffa a catena che non trova la sua radice autoctona in Valle Peligna. Altro che risparmio. Gli operatori del Commissariato hanno avviato gli accertamenti del caso.

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