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SULMONA – Perseguita la ragazzina di vent’anni più giovane, fino a renderle la vita un inferno, arrivando perfino a bruciare la vettura di proprietà della madre. Protagonista della vicenda giudiziaria è un 43 enne di Foggia, residente in Alto Sangro, che è stato condannato alla pena di due anni e mezzo di reclusione più al risarcimento e al pagamento delle spese processuali. La sentenza è arrivata al termine dell’udienza a porte chiuse nel corso della quale è stata chiamata a deporre la giovanissima che, per quelle continue condotte persecutorie, fu costretta a modificare il proprio stile di vita. Una lunga serie di molestie e minacce culminate nel settembre 2021 con il rogo dell’auto in dotazione della donna, di proprietà della madre. Per l’uomo padrone nel dicembre di quell’anno si aprirono le porte del carcere, dal momento che l’autorità giudiziaria accolse la richiesta di custodia cautelare per spezzare l’escalation degli atti persecutori. Una brutta storia, consumata in un paesino dell’alto Sangro. L’uomo avrebbe cominciato a guadagnare le attenzioni della ragazza nel 2016, quando la vittima aveva soli 14 anni. Per cinque lunghi anni, fino al 2021, le persecuzioni sarebbero andate avanti senza sosta fino alla denuncia della ragazza che, a 19 anni, ha deciso di raccontare tutto in famiglia. Pedinamenti, telefonate, ricatti di diffusione di immagini private e perfino il divieto a trasferirsi per frequentare l’università. Poi l’arresto e la fine dell’incubo. Oggi la condanna

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