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SULMONA – Tre anni e sei mesi di reclusione più l’interdizione dai pubblici uffici per un periodo di cinque anni. E’ questa la pena comminata dal giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio, a L.B. di 31 anni per l’aggressione fuori il pub Black Bull che risale all’aprile del 2014. Un pestaggio violento e brutale, a detta degli organi inquirenti, che portò Procura e Polizia a notificare, nel giugno dello stesso anno, la misura cautelare anche al fratello dell’odierno condannato, M.B., e ad un altro giovane di 29 anni, G.S. Secondo l’accusa i tre sarebbero stati i responsabili della violenta aggressione, commessa all’esterno del pub “Black Bull” di Sulmona, ai danni di un ventenne dell’alta Val di Sangro. In quell’occasione la vittima venne ripetutamente colpita con calci e pugni d al viso, tanto da riportare un trauma cranico facciale e varie ferite al volto, per una prognosi di 45 giorni. L’indagine, svolta dalla Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Sulmona, è stata piuttosto complessa per la reticenza dei molti giovani presenti all’aggressione a rivelare l’identità dei responsabili. Proprio per le false dichiarazioni rese, furono denunciati altri tre ragazzi D.P. di 30 anni, E.G. di 25 anni e P.F. di 30anni, per il reato di favoreggiamento personale, nei confronti dei tre imputati. Quest’ultima è stata prosciolta nel corso dell’udienza preliminare mentre gli altri due sono stati processati. Una lunga istruttoria che ha portato questa mattina il Pm a chiedere sei anni e tre mesi di reclusione per ciascuno dei tre presunti aggressori oltre alla condanna di un anno per l’accusa di favoreggiamento. Nel corso del processo è stato riconosciuto dai testi solo il 31 enne che è stato quindi condannato alla pena richiesta mentre tutti gli altri, difesi dall’avvocato Silvia Iafolla, sono stati assolti. Secondo la difesa il dispositivo odierno restituisce la giusta collocazione ai fatti.

Andrea D’Aurelio

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