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L’AQUILA – Pena decimata in appello per il 58 enne originario di Castel Di Sangro, residente ad Introdacqua, finito alla sbarra per aver minacciato la sua ex con un’ascia. I giudice della Corte d’Appello hanno parzialmente riformato la sentenza di primo grado, condannato l’uomo alla pena di sei mesi e tre giorni di reclusione e al pagamento delle spese di giudizio liquidate in 1200 euro. Nulla o poco rispetto ai 24 mesi inflitti dal Tribunale di Sulmona. Davanti al giudici aquilani, grazie alla tesi difensiva degli avvocati Alessandro Margiotta e Catia Puglielli, è caduta la circostanza aggravante dei futili motivi. I fatti risalgono al giugno del 2017 quando il 58 enne avrebbe minacciato la sua ex convivente di vent’anni più giovane in modo grave, al grido di “io stasera ti ammazzo”, mentre brandiva un’ascia che fu rinvenuta e sequestrata dalla Squadra Anticrimine del Commissariato di Sulmona, guidata all’epoca dei fatti dal Sostituto Commissario, Daniele L’Erario. Quella notte l’imputato avrebbe anche colpito con pugni e calci al volto la sua ex, cagionandole una lesione personale, ovvero una frattura coronale di tre denti. L’aggravante di aver determinato l’indebolimento permanente di un organo e di aver commesso il fatto per futili motivi è caduta nel corso del processo di secondo grado. Da 24 mesi a 6 mesi di reclusione con sospensione della pena. Una condanna decimata.

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