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SULMONA – Un messaggio d’addio postato sui social. Poi la lunga conversazione in chat con gli amici e il pronto intervento delle forze dell’ordine che hanno evitato il peggio. Un episodio, quello accaduto l’altra notte ad un 17 enne, che risuona come una richiesta di aiuto e che apre una riflessione sul disagio giovanile. La pandemia d’altronde non ha fatto altro che “esacerbare fragilità e vulnerabilità sommerse, lasciandole irrompere violentemente nella quotidianità”, come direbbe Nicoletta Romanelli, psicologa e criminologa che interviene sull’argomento. L’esperta ricorda che è in corso un’emergenza educativa a livello globale, come dimostra il boom di richieste di aiuto presso i servizi psicologici che arrivano da famiglie e ragazzi. L’osservatorio nazionale adolescenza evidenzia un aumento del 30% di condotte autolesive, di problematiche inerenti bullismo, cyberbullismo e grooming, disordini alimentari. Rispetto al 2019 è raddoppiato il numero di adolescenti che sperimentano vissuti depressivi(25%) o di tipo ansioso ( 20%). “Il preoccupante tema della salute mentale dei giovani merita di essere attenzionato in virtù delle ripercussioni che da essa ne derivano da qui al futuro. Viviamo in quella modernità liquida a lungo preconizzata da Bauman, dove i contorni della realtà sono sempre più labili e sfocati. Senza più solide sponde di riferimento le nuove generazioni percepiscono una larvante inquietudine dettata da un profondo senso di precarietà ed insicurezza”- interviene Romanelli che conclude: “a volte è proprio nelle pieghe di tale fluidità che gli adolescenti cercano un rifugio per paura del fallimento e del confronto imposto da una competitività logorante”.

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