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SULMONA – Il  caso più curioso è quello della scuola primaria “Lombardo-Radice” con le due palazzine di via Marcante divise dal virus. Quella dell’ex Cescot resterà chiusa da oggi fino al 27 gennaio per la sanificazione e la stabilizzazione del quadro epidemiologico, mentre l’altra rimane aperta come del resto la sede della zona industriale, il confettificio. L’effetto della riapertura delle scuole comincia a farsi sentire sulla curva epidemiologica anche se gli ultimi contagi accertati coinvolgerebbero solo indirettamente l’ambiente scolastico.  Dal 18 gennaio al 24 gennaio sono dodici le classe poste in quarantena dall’ufficio igiene e prevenzione Asl, ormai da mesi in prima linea per disinnescare potenziali focolai. Alla scuola primaria radice sono cinque le classi in sorveglianza: una prima, una seconda, una quarta e due quinte. Per questo il plesso dell’ex Cescot è stato chiuso a titolo precauzionale anche se i genitori chiedono di equiparare le misure anche per gli altri due edifici. Ma al momento , fino alla serata di ieri, la richiesta di sospensione delle attività didattiche è arrivata solo per una delle sedi.  La chiusura si è resa necessaria, in quel caso specifico un pò più preoccupante, per evitare di accendere un vero e proprio focolaio tra i banchi visti numeri e  l’avanzata del contagio. In quarantena è finita anche una classe seconda della scuola media Ovidio, una quinta della primaria Masciangioli, una prima e terza della scuola media Capograssi, una quarta della primaria Lola Di Stefano, una terza della scuola primaria Filippini e una classe dell’Itis di Pratola. Il numero è probabilmente destinato a salire per questo le scuole restano “osservate speciali” in attesa della campagna vaccinale. Un ulteriore sforzo viene richiesto agli addetti ai lavori per stabilizzare il contagio ed evitare l’avanzata del Covid. Ma il mondo della scuola, ormai, è abituato a fronteggiare queste sfide.

Andrea D’Aurelio

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