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SULMONA – Porte in faccia e telefoni muti. Fumata nera nel vertice di maggioranza convocato nel pomeriggio di ieri, alla vigilia dell’approvazione del bilancio. Il sindaco della città, Gianfranco Di Piero, resta in mezzo al guado, tra i fuochi incrociati degli estremismi della politica. La quadra non è stata trovata né si è deciso come uscire da una crisi politica che sembra destinata a scrivere la parola fine sulla consiliatura in atto. Nel corso dell’incontro, non a caso, qualche consigliere avrebbe perfino abbandonato il tavolo, allentando le speranze di ricucire lo strappo interno alla coalizione. Il clima in maggioranza si era fatto più teso lo scorso sabato con l’uscita di scena da Sulmona Liberi e Forte della consigliera, Caterina Di Rienzo, di nuovo fuori dal gruppo dei fedeli del sindaco. Da qui il successivo ultimatum della consigliera, Teresa Nannarone, che aveva bocciato il verde pubblico e l’ordinaria amministrazione, ipotizzando anche un gruppo a parte. Sotto accusa la modalità di fare politica. Il sindaco dal canto suo si è detto pronto al confronto in aula consiliare, anche aspro, per verificare le condizioni di governabilità. Al momento non sembrano esserci vie d’uscita tant’è che al primo cittadino non resta che sfidare il Consiglio per approvare il bilancio con il suo voto ago della bilancia, salvo sorprese, oppure utilizzare lo strumento politico delle dimissioni che potrebbero aprire scenari e riflessioni nei venti giorni che la legge concede prima della irrevocabilità. Per ora nulla trapela dai canali ufficiali. Telefoni muti e segreteria telefonica attiva. D’altronde la stessa città risulta in modalità “offline” su diversi fronti: lavoro, urbanistica, sanità (fatta eccezione ultimo asse con Tdm), legalità, decoro urbano. Tocca recuperare la “ricezione” per evitare di scaricare le batterie, di riportare cioè la città alle urne e al commissariamento.

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