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PRATOLA PELIGNA – Palloncini liberati in cielo con i colori bianco-blu e giallo-nero, i suoi preferiti. Il feretro bianco che esce dal Santuario tra l’applauso della folla e il “rumore” del silenzio che penetra e lacera i cuori. Perché ogni commento resta superfluo. Pratola saluta il suo angelo, Alessio Esposito, il 25 enne parrucchiere-calciatore, morto nello schianto sulla provinciale 10 di Raiano lo scorso 19 aprile quando, in sella alla sua moto, si è scontrato con una vettura che stava svoltando al bivio per Prezza. Una scena drammatica, nuda e cruda, che torna in mente durante la celebrazione del rito funebre, officiato da padre Agostino Piovesan, nel gremito Santuario della Madonna della Libera. Il ricordo dell’Alessio sorridente, pronto, disponibile con tutti, con un cuore gigantesco, emerge dalle lettere scritte dai suoi amici che hanno fatto da prologo alla liturgia. Poi il rito con il richiamo alla preghiera, da parte del parroco nel corso dell’omelia, per non sentirsi né soli né isolati nell’attraversare il dolore. Sulla bara bianca spicca la maglia della Morronese, la squadra delle frazioni dove Alessio militava come calciatore, unitamente alla foto, alla sciarpa della squadra del cuore, il Napoli. Nello spazio esterno dell’edificio di culto si cerca di lenire le ferite con i ricordi. “Siamo stati insieme a Pasquetta. Se chiudiamo gli occhi, rivediamo il suo sorriso”- raccontano gli amici dell’ultima scampagnata. Poi il suono della campane a lutto e l’ultimo atto pieno di commozione e trasporto interiore. La bara viene portata in spalla e sollevata. I palloncini vengono fatti volare tra gli applausi al grido di “sci Lu chiù forte”. Originario di Caserta, Alessio era ormai un pratolano doc, integrato nel tessuto sociale e giovanile della cittadina peligna dove si è fatto apprezzare negli anni per il suo carattere e la sua personalità. Non era difficile volergli bene. Ciao Alessio e forza Napoli. Questa sera sicuramente non si sarebbe perso la sua squadra, sempre più vicina al tricolore.

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