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SULMONA – Due anni e nove mesi di reclusione, risarcimento da liquidare in separata sede, refusione delle spese processuali liquidate in euro 3592. È questa la pena comminata dal giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio, ad un 35 enne del posto, F.C., che il 15 dicembre 2018 aveva aggredito un agente di polizia in borghese, reo di aver rimproverato il figlio undicenne che aveva fatto esplodere un petardo in una fioriera lungo corso Ovidio. Dagli atti d’indagini è emerso che quella sera il giovane, non gradendo il rimprovero fatto al figlio che aveva fatto esplodere un petardo, avrebbe colpito con un violento pugno l’agente di polizia in borghese. Un colpo che aveva provocato al poliziotto 45enne lesioni molto gravi al volto (guaribili in 40 giorni), tali da dover essere sottoposto a un delicato intervento maxillo-facciale all’ospedale San Salvatore dell’Aquila. Il 30enne dopo aver colpito l’agente, si era dato precipitosamente alla fuga. Un episodio che aveva suscitato sdegno e preoccupazione in città. Le indagini, eseguite dal personale de commissariato, avevano portato alla ricostruzione di quanto accaduto e all’identificazione dell’aggressore che fu arrestato nel mese di settembre del 2018. Oggi la vicenda è finita sul tavolo del Tribunale. L’avvocato difensore, Daniele Di Bartolo, ha ricordato che l’imputato aveva colpito l’operatore di Polizia fuori servizio esclusivamente per difendere il figlio minore il quale, come refertato dall’ospedale di Popoli, aveva riportato lesioni personali. Procedimento che era stato archiviato in fase di indagini preliminari. Il legale annuncia il ricorso in appello, soprattutto in riferimento alla contestazione della resistenza a pubblico ufficiale.

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