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SULMONA – Hanno ammesso di svolgere attività di servizio funebre ma non di non essere nella sostanza gestori del cimitero, pur erogando una serie di servizi che spetterebbero al gestore, ovvero al Comune di Sulmona. E’ questo in sintesi il contenuto delle dichiarazioni rese al giudice del Tribunale di Sulmona, Daniele Sodani, dai primi tre testi ( gli interrogati nel gergo giuridico) che hanno sfilato questa mattina nel corso del procedimento civile intentato dalla Casa Funeraria Srl di Caliendo e Celestial nei confronti dell’Ariconfraternita della Santissima Trinità e della Confraternita di Santa Maria Di Loreto. Oltre due ore di escussione nel corso della quale sono stati sviscerati una serie di punti. Davanti al giudice si sono presentati i due rappresentati legali dei sodalizi, ovvero Sandro Di Paolo Priore della Confraternita e Antonio Di Nino Rettore dell’Arciconfraternita, unitamente all’ex Commissario del sodalizio lauretano, Pietro Ciccarelli. Sostanzialmente i testi hanno confermato di svolgere attività di servizio funebre ma solo sui padiglioni di competenza, ottemperando cioè a quei servizi che spetterebbero al gestore. Come a dire che una serie di attività il Comune non provvede a farle. Alle Confraternite viene infatti contestato l’esercizio del doppio ruolo di gestore di servizi cimiteriali e attività di onoranze funebri, in contrasto tanto con la normativa regionale di riferimento che con le disposizioni Antitrust. I ricorrenti, per il tramite dell’avvocato Armando Valeri, hanno chiesto non solo di porre fine a questa doppia attività ma anche un congruo risarcimento danni. Per i legali dei due sodalizi, Landio Sciuba e Antonio Pensa, la tesi degli imprenditori è da rigettare. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 28 ottobre per sentire altri informatori. Ed è facile pensare che quest’anno, al posto della consueta Processione dei Santi, arriverà la sentenza del Tribunale.

Andrea D’Aurelio

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