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SULMONA – Il processo si apre ma solo sulla carta. Sono comparsi oggi davanti al Tribunale di Pescara i quattro giovani tratti in arresto di cui tre sulmonesi (M.B., L.P., F.D.I.) lo scorso 24 giugno, dalla Guardia di Finanza di Sulmona, al termine di un rocambolesco inseguimento da Sulmona a Bussi sul Tirino. Per il legittimo impedimento di L.P., il giudice ha aperto il procedimento penale, disponendo il rinvio al 20 aprile per entrare nel merito della fase istruttoria e delle richieste dei riti alternativi. Stando alla ricostruzione della vicenda tutto sarebbe partito dal pedinamento di una Opel Corsa, condotta da uno dei tre giovani di Sulmona, all’interno della quale viaggiava M.B, destinatario di provvedimento stragiudiziale. All’altezza di Popoli, con un nastro adesivo, i tre avrebbero fermato la vettura per “camuffare” la targa, per depistare le tracce. Poi a Bussi, nei pressi dell’edificio scolastico, sarebbe dovuto avvenire lo scambio con il corriere di Guidonia. Nella busta bianca che serviva per pagare il carico di droga non c’erano contanti nè soldi veri ma solo carta straccia. Per cui il corriere sarebbe stato costretto ad accertare lo scambio scellerato. Presa la borsa con 16 kg di hashish, i tre sulmonesi sono stati fermati dalle Fiamme Gialle. La scena da film è cominciata proprio in quel momento, conclusasi con l’arresto rocambolesco poichè l’auto dei finanzieri è stata speronata. “Non scendete. Ci sono le pistole”-urlano i residenti dal balcone. In realtà si tratta di una pistola scacciacani, anch’essa recuperata assieme ai 20 grammi di hashish e al bilancino trovati successivamente nel corso della perquisizione domiciliare. Le misure cautelari sono state alleggerite per tutti gli imputati, fatta eccezione per M.B. che si trova ancora dietro le sbarre. Secondo gli addetti ai lavori l’operazione di Bussi potrebbe essere collegata con il rintraccio del latitante.

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