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SULMONA – Si opziona il reclamo contro il decreto della sezione specializzata del Tribunale per le imprese dell’Aquila che, lo scorso 18 aprile, ha dichiarato il difetto di giusta causa al Cogesa e ha condannato le parti al pagamento delle spese di lite. I sindaci pro Gerardini, ovvero gli undici che avevano firmato il documento più altri che non avevano votato la revoca, stanno valutando di portare il caso all’attenzione dei giudici della Corte d’Appello. In realtà non viene indicato nel decreto alcun mezzo di impugnazione ma l’ipotesi, al vaglio in questo momento degli addetti ai lavori, è quella di fare reclamo avverso il decreto per puntare ad una decisione di merito. Una valutazione che i sindaci interessati stanno facendo per i profili di contraddittorietà del decreto e per la decisione adottata senza istruttoria, nel senso che il Tribunale non ha disposto una consulenza specifica. Inoltre, secondo i sindaci in questione, non ci sarebbe alcun abusivo di diritto né carattere di ritorsione nella revoca come pure la legittimità degli atti esperiti dall’ormai ex amministratore unico stride con il difetto di processualitá, certificato dallo stesso Tribunale per le imprese nell’altro procedimento in essere, ovvero nel ricorso intentato dal Cda. La valutazione è in corso e, in caso di reclamo, va formalizzato dai dieci ai trenta giorni. Da capire, eventualmente, come e se sarà possibile dal momento che attualmente i rappresentanti legali della partecipata sono i componenti del cda. Intanto i sindaci di 35 comuni hanno formalizzato nei giorni scorsi la richiesta di nuova assemblea dei soci per votare in autotutela la revoca della revoca per giusta causa, visto il difetto rilevato in Tribunale e la nomina di un nuovo amministratore unico. Resta la preoccupazione per il futuro soprattutto per gli accertamenti che dovrà esperire la Procura della Repubblica in ordine al possibile stato di insolvenza della società. Il rischio di un’istanza di fallimento non sembra al momento aver frenato gli estremismi della politica.

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