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SULMONA –  È a firma della consigliera regionale Antonietta La Porta ( Lega ) la risoluzione per evitare la dismissione del punto nascita presso il presidio ospedaliero di Sulmona. Il documento  sarà presentato d’urgenza nella seduta di consiglio regionale del 26 gennaio a L’Aquila. “ Lo scopo “ dichiara La Porta “ è quello di impegnare la Giunta regionale  ad avvalersi dell’autonomia amministrativo-gestionale riconosciuta dal Titolo V della Costituzione e conservare il P. N. presso il presidio ospedaliero di Sulmona ; a svolgere ogni positiva azione affinché il direttore generale  della ASL dell’Aquila garantisca efficacia, economicità dell’assistenza nonché qualità e sicurezza per la madre e per il neonato presso il P.N.  di Sulmona “ prosegue la consigliera regionale peligna “ confido nel lavoro di squadra con il presidente Marsilio e l’assessore Verì per ovviare   ai numeri da ragionieri di provincia  imposti dal Decreto Lorenzin che ha apportato tagli con l’accetta alla sanità regionale e locale; inoltre sono fiduciosa nel percorso già avviato dall’assessore Verì con la Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila per il rilancio e potenziamento del punto nascita di Sulmona, sul quale l’azienda sanitaria ha programmato ulteriori interventi di adeguamento strutturale e rafforzamento del personale in organico.  “ conclude . Intanto il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Mauro Tirabassi, rivendica la lotta del comitato del 2015 riguardo la permanenza del presidio. “E’ appena il caso di ricordare ai sinistri che se il punto nascita è ancora operativo lo si deve al moto di ribellione di alcuni cittadini che arrivarono ad occupare l’aula consiliare del comune per oltre tre mesi. Io c’ero e ricordo benissimo che senza quell’azione drastica e dirompente il punto nascita di Sulmona avrebbe seguito la stessa sorte di altre analoghe strutture in regione che sono state definitivamente chiuse, nel 2015, dalla giunta D’Alfonso”- interviene Tirabassi che conclude:  “appare poi incomprensibile e fuori da ogni logica la posizione del governo nazionale che si ostina a non accordare deroghe al nostro presidio, ritenendo che le nostre aree interne non sono zone orograficamente disagiate”. (a.d’.a.)

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