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L’amministratore delegato di Strada dei Parchi, Riccardo Mollo, afferma che per concludere le ispezioni di sicurezza del traforo del Gran Sasso ci vorranno 38 notti di lavoro. Lo ha detto durante la seduta della commissione Territorio del consiglio regionale, presieduta dal leghista Manuele Marcovecchio (alla presenza del vice presidente della giunta Emanuele Imprudente, Lega) e richiesta da Pierpaolo Pietrucci con l’obiettivo di fare chiarezza sul rischio chiusura della galleria, paventato a più riprese nelle ultime settimane. In commissione sono stati ascoltati anche il commissario straordinario per la messa in sicurezza del Gran Sasso, Corrado Gisonni, i vertici di Strada dei Parchi, il vice presidente e il presidente del Parco, Tommaso Navarra. Assenti i rappresentanti del Ministero Infrastrutture e trasporti, che pure era stato convocato con una sua rappresentanza.

La vicenda ruota attorno alle nuove linee guida emanate dal Mit il 25 maggio scorso sulle verifiche di sicurezza. A quelle trimestrali, con scadenza il 30 settembre, si è aggiunta quella approfondita il 31 dicembre: per fare quest’ultima è necessario, prescrizioni alla mano, il lavaggio della calotta. Allora, però, si decise di procrastinare il tutto a dopo la stagione estiva, su richiesta delle Asl e di Ruzzo Reti. Il lavaggio, infatti, avrebbe potuto comportare, per scongiurare i rischi di inquinamento della falda acquifera, la sospensione dell’erogazione idrica, in un momento di grande affollamento turistico. Il 3 settembre scorso l’Asl ha chiesto di usare solo acqua e niente sapone, proprio per una maggiore cautela.

“Il raggiungimento degli obiettivi della missione commissariale dipende imprescindibilmente dalla collaborazione costruttiva e dall’unità di intenti di tutti gli enti e società coinvolti, a tutela e salvaguardia del territorio abruzzese e della sua popolazione. L’emergenza del sistema idrico del Gran Sasso non merita che le energie di tutti gli attori coinvolti vadano disperse in sterili polemiche, il cui unico risultato sarà quello di lasciare irrisolte le gravi problematiche che si trascinano da quasi due decenni. Per questo non intendo replicare alle sorprendenti dichiarazioni rilasciate da rappresentanti di autorevoli istituzioni e associazioni, la cui infondatezza sarebbe facilmente dimostrabile con documenti e atti ufficiali. La struttura commissariale ha sempre dimostrato con i fatti ampia disponibilità alla comunicazione al fine di garantire un trasparente flusso di informazioni, in particolare verso i rappresentanti dei movimenti civici che ho personalmente incontrato in numerose occasioni”. E’ quanto afferma il commissario straordinario per la messa in sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso, Corrado Gisonni, che auspica che si stabiliscano immediatamente condizioni di serenità operativa in cui ognuno, nell’esercizio delle proprie responsabilità istituzionali, possa contribuire al superamento delle criticità che inevitabilmente, accompagneranno gli interventi per la messa in sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso. In tale ottica, il commissario si adopererà per essere incluso come componente e parte attiva nel protocollo d’intesa per la sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso, vigente dal 7 settembre 2017, alle cui riunioni, fino ad oggi, ha sempre partecipato come ospite, essendovi cortesemente invitato dal vicepresidente Emanuele Imprudente.

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