banner
banner

L’Ospedale dell’Aquila di nuovo agli onori della cronaca, ma quella buona: 200 prestazioni in 5 anni per il trattamento contro il tremore da Parkinson attraverso un casco che emette ultrasuoni su punti specifici del cervello. I risultati sono stati presentati stamani nel corso di una conferenza stampa all’ospedale aquilano, nella sala Dal Brollo, alla presenza dei vertici Asl 1 Abruzzo. Sono interventi, tra gli altri, lo stesso manager Romano, il direttore sanitario aziendale, Alfonso Mascitelli, la prof.ssa Alessandra Splendiani, direttore del reparto di neuroradiologia, il prof. Ernesto Di Cesare, direttore della radiologia universitaria, il prof. Carmine Marini, direttore di neurologia, Giuseppe Calvisi, direttore del dipartimento dei servizi, oltre ai dirigenti medici Francesca Pistoia, Alessia Catalucci, Federico Bruno e Monica Anselmi e al rappresentante dell’associazione Tremori ETS, Luca Savarese. Alcuni pazienti hanno portato la loro testimonianza sull’efficacia delle cure a cui sono stati sottoposti all’Aquila. La prestazione è a carico del SSN. Ad effettuare l’esame un lavoro di squadra che coinvolge, tra gli altri, il reparto di neurologia, che seleziona il paziente, e il servizio di neuroradiologia che esegue la procedura. Il trattamento dura circa 3 ore e il paziente, dopo una notte in osservazione, torna a casa. Negli ultimi 5 anni sono stati eseguiti 200 trattamenti a una media di 34 l’anno, numeri che hanno permesso all’ospedale aquilano di diventare la più importante struttura del centro Italia e uno dei poli specialistici italiani con la casistica più numerosa relativamente ai pazienti affetti da malattia di Parkinson (circa il 50% del totale dei malati trattati). Attualmente in lista d’attesa, già selezionati, ci sono 44 pazienti; altri 60 attendono di avere la valutazione clinica e strumentale che precede l’intervento. Un terzo dei pazienti che si rivolge al San Salvatore risiede in Abruzzo, gli altri provengono da regioni come Lazio (28.4%), Campania (12.3%), Umbria, Puglia, Marche e anche dall’estero.

Lascia un commento