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SULMONA – Esaminare nel dettaglio il piano triennale delle opere pubbliche e degli investimenti sul fronte dell’edilizia sanitaria nonchè il piano delle assunzioni e le procedure concorsuali in atto. E’ l’istanza depositata dal sindaco della città di Sulmona, Gianfranco Di Piero, che ha chiesto l’altro giorno la convocazione del comitato ristretto dei sindaci della Asl 1 per riprendere le fila del discorso su una sanità che appare allo stremo, dentro e fuori l’ospedale. La pandemia ci ha sicuramente messo del suo, cambiando approcci e fisionomia, ma la situazione vigente spinge a più di una riflessione. Nella lunga lista delle criticità si è aggiunta anche la carenza di personale nel servizio di dipendenze dell’area peligno-sangrina della Asl, ovvero l’organismo deputato al controllo e monitoraggio delle fenomenologie presenti tra i giovani. E’ stata programmata l’assunzioni di quattro psicologici nel prossimo triennio, insufficienti per rispondere alle esigenze territoriali. Ma la novità dell’ultimo minuto è solo una piccola parte delle carenze segnalate. In ospedale servono più figure professionali per riaprire le agende della reumatologia, doppler, gastroenterologia. Solo per citare alcuni servizi. Si va avanti con una sola unità in ematologia che si divide tra due nosocomi. I rinforzi per il pronto soccorso sono arrivati negli ultimi anni ma le lunghe attese, dovute anche ai tempi di diagnosi, lasciano pensare che non bastano. Da completare le procedure concorsuali di medicina, ortopedia e ginecologia. Mentre non ci sono medici a sufficienza per aprire la lungodegenza. Anche il test per individuare la tubercolosi è stato delocalizzato. La risonanza magnetica si fa spazio ma per essere posizionata e messa in funzione, con i necessari corsi di formazione, serve ancora del tempo. Per non parlare delle carenze sul territorio. Di Piero ha quindi inoltrato formale istanza di convocazione del comitato ristretto dei sindaci. “Vogliamo esaminare nel dettaglio il piano di investimenti perchè vediamo una sanità in evidente difficoltà”- confessa il primo cittadino. Visto il ventaglio delle carenze sempre più ampio non sarebbe sbagliato istituire una cabina di regina, confrontandosi non solo tra istituzioni ma anche con quanti toccano con mano i problemi della sanità quotidianamente. Dagli operatori al Tribunale per i diritti del Malato. L’argomento, d’altronde, non può che essere trasversale.

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