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SULMONA – Invasione di terreni o edifici ed errore determinato dall’altrui inganno. Sono queste le due ipotesi di reato che il Sostituto Procuratore della Repubblica di Sulmona, Edoardo Mariotti, contesta al geometra del Comune di 49 anni e all’ingegnere di una società aquilana di 38 anni, finiti entrambi sotto la lente della magistratura, assieme ad altre tre persone, per gli scavi della micronazione sismica sul terreno sbagliato. Dopo la chiusura delle indagini preliminari, la Procura ha proceduto a citare in giudizio le due figure professionali, davanti al giudice di pace di Sulmona, per l’udienza del prossimo 13 luglio. Nelle prossime settimane saranno verosimilmente perfezionate le richieste per gli altri indagati. La vicenda risale al 18 febbraio 2021 quando il legale rappresentante di un’azienda di ripristino ambientale si era recato nella sede legale per ritirare la corrispondenza e aveva trovato il lucchetto completamente a terra e tagliato. Il cancello era aperto e all’interno vi erano due camion e più soggetti intenti a trivellare il terreno, utilizzando una macchina cingolata semovente, i quali dichiaravano di aver iniziato i lavori il giorno precedente per conto di un’impresa di Fossa, disposti dal Comune, per eseguire indagini geotecniche, mediante carotaggi, finalizzate alla microzonazione sismica. Operazione finanziata dalla Protezione Civile. Tuttavia nessuna indagine era stata autorizzata dal querelante. Da qui l’intervento dei Carabinieri che avevano proceduto all’identificazione dei presenti. Rassicurato sul fatto che la cava sarebbe stata liberata, l’imprenditore si allontanò per poi rientrare in sede nel pomeriggio, costatando ancora la presenza di mezzi e la chiusura del cancello con nuovo lucchetto, senza poter entrare nella sua proprietà. Si rese quindi necessario un nuovo intervento dei Carabinieri che fecero allontanare gli occupanti, i quali si erano giustificati spiegando che il sito aveva uno scavo di profondità notevole come da indagini preliminari svolte e che per un mero errore c’era stato uno “scambio di persona”. Nel senso che era stato indicato ai presenti un altro proprietario che aveva fornito un primo informale assenso. Le giustificazioni non sono bastate per evitare la querela anche perchè le targhe che denominavano il terreno e la società di riferimento erano in bella mostra. L’ex Procuratore Capo, Giuseppe Bellelli, chiese l’archiviazione del procedimento al Gip perchè gli autori del fatto erano rimasti ignoti, nonostante i verbali di sommarie informazioni depositati dai Carabinieri. Il giudice per le indagini preliminari, Marta Sarnelli, ordinò accertamenti suppletivi nonchè l’acquisizione degli stessi. Da qui la seconda fase dell’inchiesta che ha portato il Sostituto Procuratore, Edoardo Mariotti, ad iscrivere sul registro degli indagati cinque persone. Per due di loro, il geometra del Comune e l’ingegnere della società aquilana, è arrivata la citazione diretta a giudizio. Entrambi sono accusati di aver indotto gli operai ad effettuare perforazioni sul terreno, nonostante la targa indicante altro proprietario. L’aggravante per il geometra è quella di aver commesso il fatto con l’abuso dei poteri della qualifica di pubblico ufficiale.

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