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SULMONA – Le luci sono accese, le tavole imbandite e in piazza il movimento è quello delle grandi occasioni. Ma la domanda dell’ultimo minuto è sempre la stessa: è Natale? La festa più tradizionale dell’anno piomba sulla quotidianità e sembra quasi venire a disturbare i ritmi, la frenesia, le abitudini, la sedentarietà. C’è anche da dire che di motivi per festeggiare, quest’anno, ce ne sono ben pochi. Basta riavvolgere il nastro della cronaca e immedesimarci in quelle famiglie colpite da tragedie e da dolori immani. Dagli incidenti in montagna a quelli avvenuti per strada, senza contare quanti soffrono dietro le quinte, nel silenzio del proprio ambiente domestico. Poi ci sono i giovani che tornano ma sanno che la valigia sul letto è di nuovo quella di un lungo viaggio. E gli adulti nel frattempo che cosa fanno? In tanti lavorano a tempo pieno per guadagnare metà di ciò che meritano mentre i politici litigano anche sui temi che meriterebbero una stretta di mano. Quel giorno rosso sul calendario è diventato quasi un faticoso rituale da portare avanti. Forse solo in un modo possiamo ritrovare il sorriso e godere della magia del Natale. Restando o tornando umani. A cominciare dai nostri condomini e da quelle rampe di scala che ci dividono dal vicino di casa che a malapena riusciamo a salutare. Anche in questo giorno di festa siamo combattuti se invitare quell’amico che ci ha fatto un torto o quel parente che si è preso tutta l’eredità che ci spettava. Ed è così che ci facciamo mille problemi se è il caso o meno di perdonare, di passarci sopra, di rimandare la resa dei conti. Quasi ci vergogniamo. Ma di cosa? Non dobbiamo vergognarci di essere umani ma dobbiamo vergognarci di essere disumani. Noi di Onda Tg abbiamo cercato di entrare in contatto con l’umanità della gente, tutti i giorni, con servizi e inchieste. Oggi e domani ci fermiamo per la breve sosta natalizia, almeno con l’aggiornamento delle notizie in tempo reale che riprenderà il 27 dicembre. Giusto il tempo di consegnare i regali. Il nostro auspicio è quello di trovare sotto l’albero tanto calore umano, quello che ci fa distinguere la sfera pubblica da quella privata, che ci porta a non spettacolarizzare i sentimenti, a fare una visita a chi si sente triste e solo, ad avere rispetto del dolore degli altri e a condividere la gioia dei bambini. Di questi tempi sarebbe un miracolo. Buon Natale a tutti. Che porti la pace nei cuori.

Andrea D’Aurelio

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