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SULMONA – Ha dovuto attendere sei mesi per sottoporsi ad un esame di Angio Tac ma quando si è presentata in reparto le hanno fatto notare che la prenotazione non era conforme all’impegnativa. Per questo si è recata al Cup per chiedere spiegazioni e lì ha fatto l’amara scoperta: tutto da rifare. L’incredibile vicenda, l’ennesima che colpisce le fasce deboli della popolazione, e’capitata ad un’anziana sulmonese con notevoli problemi di salute a carico. In fase di controllo al Cup, si è scoperto che l’errore materiale sull’impegnativa c’era ma non è imputabile all’utente. Tuttavia la donna, nonostante le difficoltà, sarà costretta a rifare l’impegnativa e riprenotare l’esame con tanto di liste d’attesa come fa notare il Tribunale per i Diritti del Malato che ha denunciato il caso. Dai vertici della Asl, pure interpellati, ci si aspettava quantomeno un accenno per la risoluzione della problematica e per evitare di ripetere la filiera della prenotazione dal principio. ” Vogliamo una sanità efficiente e soprattutto alla portata di tutti”- protesta Catia Puglielli, coordinatrice del Tdm che nell’ ultimo periodo aveva sollecitato l’azienda sanitaria a risolvere numerosi problemi a danno dei più fragili. Dalle liste di attesa alle doppie spole per la prestazione e per il ritiro del referto. Una sanità che appare inaccessibile, proprio nell’epoca dei rincari, per le fasce più deboli. L’alternativa sarebbe rivolgersi ai privati o macinare chilometri. Ma questo modus operandi va interrotto.

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