SULMONA – La normalizzazione del consumo di cocaina e la sua combinata con l’alcol hanno spinto gli operatori del SerD dell’area peligno-sangrina a scendere in campo per la giornata contro l’abuso e il traffico di droga che sarà celebrata il prossimo 26 giugno. Il SerD organizza in particolare un incontro di formazione presso i principali punti di accesso del presidio ospedaliero di Sulmona e del distretto sanitario. L’equipe sarà presente e disponibile per fornire attività di counseling ed orientamento. L’obiettivo è quello di far comprendere quali siano i segnali precoci per riconoscere il fenomeno della dipendenza. Si parlerà di dipendenza da sostanze stupefacenti illegali come eroina, cocaina, cannabinoidi, nuove droghe e un’attenzione particolare sarà dedicata alla dipendenza da alcol, gioco d’azzardo patologico e internet addiction. Le dipendenze al plurale insomma, in linea con la mission della struttura che si sta sempre più aprendo al tessuto sociale cittadino. L’effetto si tocca con mano nella crescita delle richieste di aiuto e di utenti presi in carico nel primo semestre del 2023. Lo scorso anno in 400 avevano bussato alle porte del SerD. In prevalenza l’utenza è maschile, diplomata, con lavoro stabile o precario e appartenente ad una fascia socioeconomica bassa o media. Tuttavia una quota modesta è rappresentata da persone laureate e professionisti, i cosiddetti insospettabili. Il trend di consumo più diffuso è rappresentato dalla combinata di alcol e cocaina. L’uso di eroina avviene principalmente per via inalatoria mentre le “overdose” sono meno frequenti. Certo è che parecchi casi restano sommersi per via dell’approccio culturale, dello stigma e della mancanza di informazioni che condizionano l’accesso al servizio. Per questo il SerD sta implementando la cooperazione intersettoriale, facendo rete con la Neuropsichiatria Infantile, i consultori familiari e con le scuole dove il servizio è ormai radicato e dove sicuramente bisogna continuare a lavorare visto l’aumento del poliuso del gioco d’azzardo, del consumo di spinelli e degli episodi di ubriachezza, certificato da fonti autorevoli europee (Espad) negli adolescienti, già prima della pandemia. Si è inoltre abbassata la soglia di età del primo contatto con fumo e alcol. Si comincia da meno di 14 anni, ovvero dalla scuola media. Preoccupa e non poco la “normalizzazione” della cocaina, come sostanza ricreativa, e del consumo di quantità elevate di alcol, sia tra i giovani sia tra le persone di media età. Si tratta di fenomeni insidiosi- come spiegano dal SerD- poichè spesso l’acol può fungere da apripista verso il consumo di cocaina e altre sostanze. Il primo atto di forza, contrariamente a quanto si pensa nell’immaginario collettivo per via di un paradigma che va invertito, è quello di chiedere aiuto.