banner
banner

SULMONA – La sequenza di numeri è risultata vincente ma nell’estrazione dello scorso 16 dicembre. Si tinge di giallo la vicenda del mancato milionario, Francesco Ventresca ambulante di 84 anni, che l’altro giorno aveva esultato dopo aver letto su un quotidiano la sestina giocata al superenalotto. Si è sentito baciato dalla fortuna per una notte, tra palpitazioni ed emozioni, fino al crudele ritorno alla realtà quando si è presentato nella ricevitoria dove aveva effettuato la giocata. Stando al giornale, l’unica sua fonte d’informazione, tutto corrispondeva:  12 35 37 41 75 76. Per un jackport totale di 136 milioni di euro. Peccato che la combinazione non era reale. Ventresca non si dà pace e ha intenzione di andare a fondo poichè si sente truffato dallo Stato. “Io gioco sempre la stessa sestina da settimane. Anche il 16 dicembre”- ripete ad Onda Tg. Quel giorno, ad onor del vero, nessun sei è stato centrato in Italia nè risulta una giocata con quella sequenza. I conti non tornano. Non è da escludere una incredibile e involontaria svista del quotidiano nella pubblicazione di una sestina riferita ad altra estrazione. Certo è che la vicenda conserva dei lati oscuri che la famiglia di Ventresca vuole comunque chiarire nelle sedi opportune. D’altronde 136 milioni di euro non sono “spicci”. Oggi è sabato e l’ambulante, intristito e turbato,sarà presente di nuovo nella “sua” piazza. In poche ore la sua storia è finita sulla cronaca nazionale, suscitando l’interesse di lettori. Solo il nostro sito internet, che nella serata di ieri aveva lanciato la notizia, ha ottenuto oltre 200 mila accessi totali in un giorno. Prima ancora che il destino lasciasse il suo segno, noi lo abbiamo più volte attenzionato per le problematiche inerenti il mercato. Quella vita da ambulante, dalla sveglia alle tre del mattino agli incassi sempre più miseri, l’abbiamo raccontata con tutto il suo spaccato di quotidianità, accendendo i riflettori del giornalismo di strada con la rubrica “Vivere la vita”. E per l’84 enne è stata una vita di presenze e sacrifici. Per questo quei 130 milioni gli avrebbero permesso di godersi la più che meritata pensione. Andrea D’Aurelio

Lascia un commento