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SULMONA – Nove mesi di reclusione più il pagamento delle spese processuali. È questa la pena (sospesa) patteggiata da un giovane sulmonese di circa 30 anni che era finito sotto processo per simulazione di reato. Nello specifico il giovane era rimasto coinvolto in un sinistro stradale il 29 ottobre 2019, nei pressi di via dell’Industria. Uno violento scontro tra due vetture all’altezza dell’incrocio, fortunatamente senza feriti. La vettura condotta dal giovane, a causa dell’impatto, era finita prima contro il palo della luce e poi si era cappottata, uscendo fuori strada. Una brutta carambola che poteva portare a conseguenze ben più gravi. Tuttavia il conducente lasciò il luogo del sinistro prima dell’arrivo dei Carabinieri che si occuparono dei rilievi di rito e della ricostruzione dell’esatta dinamica del sinistro. Nel corso degli accertamenti il giovane fu raggiunto dai militari e in quella occasione dichiarò che la vettura di proprietà del padre era stata rubata da ignoti che si sarebbero schiantati di lì a poco. Una ricostruzione non proprio credibile quella del giovane, probabilmente ancora scosso per aver condotto l’auto del genitore ed essere rimasto coinvolto nel sinistro. La simulazione di reato lo ha spinto ieri, a distanza di quasi quattro anni, a patteggiare nove mesi di reclusione davanti al giudice monocratico, Concetta Buccini. Pena che sarà menzionata nel casellario giudiziale ma resterà sospesa.

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