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SULMONA – Era arrivato in Grecia con la Range Rover ed era stato arrestato subito dopo essere stato sbarcato in traghetto poiché il veicolo risultava rubato e oggetto di ricettazione. In realtà lui non era il bandito ma solo una vittima, un acquirente in buona fede, raggirato da quattro soggetti stranieri per i quali la Procura della Repubblica dell’Aquila, competente territorialmente, ha chiesto il rinvio a giudizio al giudice per le udienze preliminari del Tribunale del capoluogo. Davanti al giudice i quattro compariranno il prossimo 4 aprile. La storia, che ha dell’incredibile, risale al 30 gennaio 2018 e vede protagonista un sulmonese di mezza età che per ben una settimana fu rinchiuso dietro le sbarre in terra greca. Solo gli accertamenti esperiti dalla Polizia Stradale di Pratola Peligna, chiamata in causa dai familiari, portarono a scoprire che si era trattato di un errore. I quattro malviventi sono infatti accusati, a vario titolo, di furto aggravato in concorso, ricettazione e calunnia per aver indotto in errore il malcapitato sulmonese all’acquisto dell’auto per 23 mila euro, mediante artifici e raggiri, occultando nello specifico la provenienza delittuosa dell’autovettura, oggetto di furto in Francia. Uno di loro avrebbe apposto falsamente la sottoscrizione della persona offesa, sostituendosi alla stessa, firmando una serie di documenti. Per poi simulare il delitto di ricettazione dell’autovettura. L’incubo vissuto dal sulmonese in terra Greca permise di svelare l’arcano. I quattro andranno ora alla sbarra davanti al Gup e la vittima, per il tramite dell’avvocato Alessandro Scelli, si costituirà parte civile per farsi risarcire i danni patiti. Le manette, questa volta, scatteranno probabilmente sui polsi giusti.

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