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SULMONA – Oggi è latitante mentre all’epoca dei fatti era un “sorvegliato speciale”, tanto da finire sotto processo per la violazione dell’obbligo di soggiorno e per la prescrizione della sorveglianza. Un’accusa però che non ha trovato riscontri nel corso del processo tant’è questa mattina il giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio, ha pronunciato la sentenza di assoluzione per M.L.D., 37 enne di Sulmona, attualmente ricercato dalle forze dell’ordine per un’altra inchiesta. I fatti risalgono al 2016 quando il giovane era stato avvistato dai Carabinieri in prossimità di un bar cittadino e nelle pertinenze di una strada mentre era intento a parlare con alcune persone, secondo i militari con pregiudicati del posto. Il provvedimento del Tribunale di sorveglianza dell’Aquila, che prevede l’obbligo di soggiorno e la prescrizione della sorveglianza speciale, contiene una serie di misure da rispettare, tra cui il divieto di trattenersi abitualmente in locali, intrattenere abituali frequentazioni con pregiudicati, allontanarsi dalla propria dimora senza avvisare l’autorità giudiziaria. Da qui l’indagine dei Carabinieri che ha portato il 37 enne, per l’ennesima volta, a comparire davanti al giudice, almeno sulla carta. Il suo avvocato, Stefania Casaccia, è riuscita a dimostrare che quelle persone non erano dei pregiudicati e che la sosta davanti a un bar non configura un intrattenimento o frequentazione abituale. Da qui la sentenza di assoluzione. A carico del giovane latitante, sempre in giornata, pendeva anche un procedimento davanti al giudice delle udienze preliminari per l’inchiesta denominata “La Fenice”, sul traffico di droga, condotta dai Carabinieri nel 2017. Il gup Marta Sarnelli ha accolto l’eccezione preliminare dell’avvocato d’ufficio, Valentina Puglielli, secondo la quale è da riemanare il decreto di richiesta di rinvio a giudizio, vista la latitanza del giovane. L’udienza preliminare per lui e per altri tredici imputati è stata aggiornata al prossimo 27 maggio.
Andrea D’Aurelio

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