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SULMONA – Arresto convalidato per lo spaccio e misura cautelare confermata per D.S., il diciannovenne di Pratola Peligna, che l’altro giorno è stato fermato dai Carabinieri della compagnia di Sulmona, nell’ambito di un’operazione antidroga. Lo stesso si è presentato questa mattina davanti al giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco, per l’udienza di convalida. Assistito dall’avvocato del foro di Sulmona, Roberta Polce, il giovanissimo si è difeso, spiegando di non aver ceduto la sostanza stupefacente e che la sostanza rinvenuta in casa veniva detenuta solo per uso personale. La tesi difensiva non è bastata per evitare la misura cautelare, visti i riscontri della messaggistica di whatsapp e la descrizione resa dagli assuntori. Il giudice infatti ha convalidato l’arresto eseguito dai militari in flagranza di reato, ha applicato e quindi confermato la misura degli arresti domiciliari con il divieto di parlare con persone estranee. Un’ulteriore prescrizione che è stata disposta con ordinanza del Gip. Non è stato invece convalidato l’arresto per l’altro capo d’imputazione che riguarda la cessione della sostanza per l’insussistenza della flagranza, anche se il quadro accusatorio resta solido vista la misura cautelare disposta. Il blitz dei militari a casa del diciannovenne è scattato dopo che gli stessi hanno fermato un’auto con quattro soggetti a bordo, all’interno della quale sono stati rinvenuti 35 grammi di hashish, occultati nel cruscotto dell’autovettura in uso ad un ventenne del posto che è stato denunciato all’autorità giudiziaria per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I successivi accertamenti hanno portato alla perquisizione a casa del diciannovenne dove sono stati rinvenuti 60 grammi di hashish divisi in tre dosi e €140 in contanti considerati presunto provento dello spaccio. L’indagine ha preso le mosse anche per il contesto familiare del giovane poiché il fratello, nelle scorse settimane, era finito in carcere dopo aver postato uno stupefacente sui social, mentre era ristretto ai domiciliari. Una sorta di “spaccio di famiglia”. Intanto l’inchiesta dei militari potrebbe allargarsi nelle prossime settimane poiché la filiera dello spaccio, grazie agli indizi raccolti, è stata pressocchè ricostruita.

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