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PRATOLA PELIGNA – Una minaccia di morte per strada sarebbe stato il fattore scatenante degli atti intimidatori di febbraio e maggio, posti in essere rispettivamente a Pratola Peligna e a Raiano, da padre e figlio di 46 e 20 anni, tratti in arresto nella giornata di ieri al termine di una battente attività d’indagine portata avanti dal Nucleo Operativo dei Carabinieri. All’indomani dell’operazione, che ha assicurato alla giustizia i presunti autori degli spari sui portoni delle abitazioni, emergono ulteriori particolari sui futili motivi alla base dell’intimidazione. Il 20 enne infatti è stato citato in giudizio per la minaccia di morte perpetrata nei confronti di un giovanissimo, familiare della vittima che ha subito intimidazione. L’episodio risale al 2021 quando, sul territorio comunale di Pratola, il ragazzo sarebbe stato fermato per strada dall’allora 18 enne che avrebbe tentato di aggredirlo fino a minacciarlo al grido di “ti taglio la gola”. Ne è scaturita una citazione a giudizio per la quale, nei prossimi giorni, l’avvocato del 20 enne avrebbe voluto chiedere la messa alla prova. La circostanza dell’arresto ha evidentemente aggravato la posizione del giovane che ora si trova ai domiciliari assieme al padre. Per entrambi il giudice per le indagini preliminari, Alessandra De Marco, fisserà a breve l’interrogatorio di garanzia. Da quell’episodio scatenante si sarebbero succeduti una serie di screzi fino agli spari sulle abitazioni di via XXIV Maggio che risalgono allo scorso 4 febbraio. Il “bis” è andato in scena il 20 maggio a Raiano. Stesso modus operandi con gli spari in fotocopia che avevano centrato la porta di un’abitazione di una persona legata indirettamente alla vicenda di Pratola. La prova del nove è arrivata con la comparazione dei bossoli svolta dal laboratorio del Ris dopo che i Carabinieri, la scorsa estate, avevano arrestato il 46 enne con la pistola calibro 765. Questi indizi, sommati alle intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno portato il giudice ad accogliere la richiesta della misura cautelare dei domiciliari per i due indagati, entrambi con un profilo di pericolosità sociale, come emerge dall’ordinanza. Le indagini intanto non si fermano anche perché l’altra notte un’auto è stata incendiata nello stesso quartiere pratolano. Il sospetto degli inquirenti è che gli episodi siano collegati

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