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SULMONA – <<Dovrai solo ritrovare la voce e noi, insieme ai tuoi figli, saremo lì pronti ad urlare insieme! Quando ti convincono che non hai le ali, finisci per crederci. Ma nessuno può impedire a una farfalla di volare>>. Sono i genitori, la dirigenza e gli insegnanti del 1° Circolo Mazzini- Capograssi di Sulmona, che in una lettera, esprimono vicinanza alla donna che ha subito il tentato femminicidio da parte del suo ex marito e che ora è ricoverata in prognosi riservata all’ospedale di Sulmona. <<Nessuno ha mai chiesto ad una donna se fosse pronta ad affrontare il tunnel di una violenza atroce, il perché proprio a loro- scrivono nella lettera- Una donna si pensa sia stata creata per portare e ricevere pace, però alcune devono combattere per i loro diritti più semplici, primo tra tutti quello di vivere. Ogni donna sogna un amore da favola e mai andrebbe a pensare che il medesimo possa diventare un incubo. Una cosa inimmaginabile, lo scherzo più beffardo del destino, perché non è umanamente pensabile che tutto ciò che di più bello che una donna vive, sarebbe stato usato da qualcuno per farle del male. Ancora più assurdo il fatto che questo “qualcuno” è colui che diceva di amare la sua donna, la quale ha cambiato il corso della sua vita per lui. E purtroppo come tante donne, anche tu ti sei ritrovata in quella prigione, così, all’improvviso, sotto gli occhi impotenti di chi era al tuo fianco e assisteva piano piano al più tetro degli spettacoli. Regalati l’opportunità di tornare a essere quella donna e mamma che stilla luce ed energia, prima che arrivasse il portatore delle tenebre. Inutile prendersi in giro e dire che la vita non ti ha cambiato. La vita cambia tutti e la violenza lascia segni indelebili poiché nessun guerriero torna dalla battaglia indenne. Ciò che devi fare è leggere quelle cicatrici come il segno della tua rinascita. Rinascere non è uno scherzo e implica necessariamente un annichilimento precedente. È un privilegio che viene concesso a poche anime e soprattutto a un prezzo carissimo: tu l’hai avuto. Capita, per forza di cose, che il coraggio cede il passo alla stanchezza, che la voglia di lottare si spegne nella rassegnazione. È un tunnel lungo e oscuro, quello in cui sei entrata, ma che ti permetterà di fare un viaggio che pochissimi fanno: il viaggio dentro sé stessi, ma ricorda che non sei sola. Non è contro il carnefice che ti spetta combattere, perché la sua esistenza è così misera che preferirebbe essere sfidato anziché ignorato. Ti ha spogliato di tutto, persino della tua dignità e questo vuol dire rinascere: venire ancora al mondo, nuda e senza alcunché, ma con quel forte grido, che è un inno alla vita>>. Un messaggio forte e chiaro, che tocca le corde del cuore,  da parte dell’istituzione scolastica che non è indifferente verso le persone coinvolte e il fenomeno in generale. Perché il silenzio e l’indifferenza uccidono più di una pugnalata o coltellata.

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