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E’ andata deserta anche la quarta asta relativa agli immobili delle Terme di Caramanico. Nonostante sia stata assegnata la concessione per lo sfruttamento delle acque delle due sorgenti “La salute” e “Santa Croce – Pisciarello”, nessuno ha partecipato all’asta per i due lotti in cui sono stati ripartiti i beni oggetti del fallimento (lo stabilimento termale e l’ex hotel “La Réserve”). Quindi anche per il 2024, nonostante le promesse del governatore Marsilio, l’impianto resterà chiuso. A riferirlo  sono il consigliere regionale Antonio Blasioli e il gruppo comunale Uniti per Caramanico nel corso di una conferenza stampa.

“La verità è che ci troviamo ancora ad un punto morto, dinanzi ad una situazione che vede ormai la Dre s.r.l., affidataria della concessione delle sorgenti, in posizione dominante, avendo acquisito il diritto allo sfruttamento delle acque. Un vantaggio che con ogni probabilità la società sfrutterà lasciando trascorrere altro tempo fin quando il prezzo degli immobili all’asta subirà un ribasso per loro soddisfacente, col risultato che l’impianto resterà chiuso ancora a lungo.   

Il Partito Democratico ha più volte paventato una simile prospettiva. Mediante comunicati, appelli, mozioni e ordini del giorno abbiamo denunciato la scarsa appetibilità dell’investimento alle condizioni previste, indicando la soluzione più adeguata e facilmente percorribile: la partecipazione all’asta della stessa Regione Abruzzo, quantomeno in relazione al primo lotto (lo stabilimento termale), al fine di riunire in un unico soggetto la titolarità di acqua e beni immobili, e poi successivamente – nel caso non ci fosse l’intenzione di gestire le terme in maniera diretta – espletare un’unica gara per affidare la concessione e rientrare dell’esborso economico. Anche considerati gli investimenti operati in questi anni dalla Giunta Marsilio su altre zone del territorio, come ad esempio il ritiro del Napoli Calcio a Castel di Sangro per una cifra di 12 milioni di euro. Insomma, la Regione avrebbe potuto e dovuto intervenire su Caramanico, anche per consentire, in caso di eventuale fallimento del nuovo gestore, di rientrare in possesso dei beni scongiurando le lungaggini cui stiamo assistendo.

Cinque anni fa in campagna elettorale il centrodestra prometteva rapide e durature soluzioni del problema, tuttavia continuiamo ad assistere ad un’infruttuosa reiterazione di aste e gare. La prolungata chiusura delle terme sta compromettendo la spiccata vocazione turistica non solo di Caramanico ma di tutto il comprensorio della Maiella, paralizzando e martoriando strutture ricettive e attività. Albergatori ed esercenti sono sempre più allo stremo, si presti finalmente ascolto al loro grido d’allarme ponendo fine a questo stallo prolungato ed operando le scelte più opportune”.

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