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SULMONA – Sono scesi in piazza per chiedere equità. I laureati in psicologia, farmacia e biologia hanno passato gli scorsi mesi in attesa di notizie per quanto riguarda l’esame di stato previsto per ottenere l’abilitazione all’esercizio della loro professione. Ma la situazione è chiaramente complessa a causa delle vigenti norme per il contenimento del contagio. I laureati hanno quindi avanzato la proposta di rendere il tirocinio abilitante anche nel loro caso, come già avvenuto per i medici. Ma nessuno li ascolta. Così sono scesi in piazza l’altro giorno e ad appellarsi al Ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, è la sulmonese Marianna Colella, laureata in psicologia clinica e della salute presso l’Università dell’Aquila, che ha da poco ha terminato il tirocinio post laurea. “Ad oggi l’unica cosa che sappiamo è che il nostro esame di stato verrà accorpato in una unica prova telematica, di cui non sappiamo tempistiche e modalità, con il rischio del blocco della connessione e conseguente invalidazione dell’esame stesso”- tuona la sulmonese che rimarca il disinteresse della politica e delle istituzioni verso la problematica. Da qui la protesta scattata nei giorni scorsi un pò in tutta Italia. “Ci sentiamo presi in giro dalla politica e non considerati da chi dovrebbe rappresentarci. Non siamo dei ragazzini, e non staremo in silenzio a farci trattare in questa maniera”- aggiunge Colella assieme ai suoi colleghi. Dopo la protesta dei giorni scorsi non si escludono azioni legali a difesa delle figure professionali che attendono precise risposte e che devono essere trattate al pari degli altri.

Andrea D’Aurelio

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