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SULMONA – Scatta la “bonifica” per la casa natale di Giuseppe Capograssi, la cui zona retrostante si affaccia sulla quasi centralissima piazza Carlo Tresca. Per passanti e cronisti di strada, nella mattinata di ieri, quella piccola porta si è riaperta con grande sorpresa. Dietro istanza della Fondazione, da Palazzo San Francesco hanno provveduto al taglio dell’erba e alla manutenzione del giardino, attiguo all’abitazione che diede i natali al giurista, finito nella morsa del degrado e dell’incuria. Un intervento che ha dato sollievo anche all’inquilina della vicina abitazione di via Papa Innocenzo, la stessa che più volte ha chiesto agli organi preposti di intervenire con lavori completi e definitivi sull’immobile, di nuovo a rischio infiltrazioni secondo la donna. Interventi sono stati eseguiti di recente, ma il maltempo della scorsa settimana avrebbe fatto riemergere altre problematiche. Intemperie, incuria e umidità hanno messo in serio pericolo la casa di Capograssi nell’ultimo periodo. L’integrità della casa è stata preservata grazie proprio all’opera meritoria di alcuni sulmonesi tra i quali il compianto Giuseppe Papponetti e l’ex comandante della polizia locale Gianni Febbo che dopo la firma della convenzione tra Fondazione Capograssi e Comune, si diedero da fare per riportare al suo antico splendore la casa natale dell’illustre giurista. La arredarono con mobili antichi, dopo che l’ultimo erede aveva portato via tutto, realizzando un piccolo capolavoro, a testimonianza degli anni vissuti in quel luogo da Capograssi: la foto della moglie Giulia che guarda la finestra, quasi volesse controllare chi entra nella casa, e l’angolo con le buste rovesciate in cui sono contenuti gli appunti che il docente di diritto utilizzava per le sue lezioni all’Università di Roma. L’abitazione è stata idealmente “adottata” dalla Fondazione di Lando Sciuba che ha sollecitato assiduamente il Comune sugli interventi sistematici. Appelli che si scontrano, come si può pensare, con la carenza di risorse umane e programmazione. Intanto erbacce e folta vegetazioni sono spartite grazie agli operai del Comune.

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