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SULMONA – Ordine dei giornalisti d’Abruzzo, sindacato dei giornalisti, sindaci peligni, consigliera regionale, Ordine degli avvocati. Le molteplici attestazioni di vicinanza e solidarietà, scattate dopo il gesto intimidatorio alla nostra emittente televisiva, hanno fatto più “rumore” di quei tre colpi sparati da un’arma ad aria compressa da parte di ignoti che potrebbero benissimo essere apostrofati per le modalità del gesto posto in essere. Ma non vogliamo perdere il nostro stile professionale. Quello che abbiamo intenzione di fare è voltare pagina. Come si dice in gergo. D’altronde tocca alla Polizia far luce sull’episodio dopo la lunga giornata di interrogatori che ha portato gli investigatori ad acquisire le sommarie informazioni sugli articoli pubblicati nell’ultimo trimestre e non solo. Cinque-sei filoni sui quali gli operatori stanno lavorando mentre si stanno scandagliando anche le telecamere di videosorveglianza collocate nella zona. Andare avanti nonostante gli inquietanti connotati dell’episodio è d’obbligo. Ma una riflessione su quanto accaduto non si può evitare. Per questo ci aiuta la psicologa e criminologa, Nicoletta Romanelli, che inquadra bene la problematica di natura sociale e culturale. Confrontarsi, discutere, contestare. Tutti verbi sconosciuti a taluni soggetti incapaci di affrontare in modo civile persone e situazioni. “A mio avviso è urgente una riflessione ad ampio respiro che interessa e chiama in causa non solo forze dell’ordine, autorità politiche, professionisti del settore socio-educativo et similia, ma anche e soprattutto l’intera comunità di Sulmona. Da troppi anni la nostra amata città assiste impassibile e impossibilitata ad un crescente dilagare di fenomeni criminosi e violenti. Sulmona sta diventando terreno di risse e scorribande, di spaccio e disordini, senza contare incuria, sporcizia, mancanza di servizi pubblici adeguati, il tutto condito da pressapochismo ed una certa attitudine al vittimismo, che nel tempo ha causato un inesorabile spopolamento ed impauperimento della città. Non è possibile accettare una tale decadenza per una questione di dignità dei cittadini e della città stessa. Onda TV accompagna le serate dei sulmonesi e si impegna a documentare quanto avviene nella nostra realtà territoriale nel bene e nel male. Per questo motivo è importante non sottovalutare l’episodio occorso, segnale di un malessere ben più grave e profondo che serpeggia nell’ombra”- scrive Romanelli. La speranza è che la comune indignazione serva per ricostruire il volto di una società civile che recuperi il rispetto dei ruoli e delle persone. Ed ora cambiamo argomento. Anzi. Voltiamo pagina.

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