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Arrivano ora per ora le notizie sull’incredibile tragedia di Tempera. Il dottor Vicentini, primario urologo all’ospedale di Teramo, in pensione, uccide moglie, i due figli e poi si suicida. La strage risalirebbe ad almeno 24 ore prima della scoperta dei cadaveri da parte delle forze di polizia, avvenuta intorno
all’ora di pranzo. L’ultimo contatto telefonico, su una piattaforma social, con uno dei membri della famiglia risalirebbe alle 13,30 di ieri. A scoprire la tragedia sono stati alcuni amici e parenti che
hanno deciso di cercare la famiglia nella villetta, che è stata aperta con una copia delle chiavi in possesso ad uno dei parenti. Al momento gli inquirenti stanno ascoltando le testimonianze dei vicini.  Il medi o avrebbe utilizzato una pistola regolarmente denunciata per sterminare la sua famiglia. E’ una delle indiscrezioni emersa nella fase dei primissimi rilievi che la Polizia sta effettuando sul posto insieme al magistrato di turno Guido Cocco. Il professionista ha ucciso il figlio Massimo 43enne,
disabile e attaccato ad un respiratore, la seconda figlia Alessandra, 36enne, e la moglie. E’ al vaglio il movente e le circostanze: non è ancora chiaro che si sia trattato di un raptus o di un gesto premeditato. “Siamo devastati. E’ una tragedia che non riusciamo a spiegarci: il professor Vicentini era un urologo molto bravo ed apprezzato oltre che un uomo gentile, sensibile e disponibile”. Così il direttore generale della Asl di Teramo Maurizio Di Giosia ricorda il medico che oggi ha compiuto a Tempera la strage in famiglia. “Era andato in pensione circa un mese fa, dopo aver fatto un grandissimo lavoro nella nostra azienda, nel reparto di urologia a gestione universitaria – continua il dg – al momento del pensionamento il reparto è tornato a gestione ospedaliera, ma ha continuato con il grande lavoro impostato da Vicentini che era medico ricercato da fuori Teramo e fuori regione”.

Aggiornamento……

Risalirebbe a circa le 2 della notte tra mercoledì e giovedì l’ultimo accesso su WhatsApp del telefono della 36enne Alessandra Vicentini uccisa dal padre Carlo insieme alla madre e al fratello. Questo quanto si apprende dalle testimonianze dei vicini di casa della villetta alle porte della frazione di Tempera. Al vaglio degli inquirenti tutti i telefonini. Nessuno dei vicini potrebbe indicare con certezza l’ora dell’omicidio suicidio. “Viviamo in una zona dove il rumore dei colpi può essere facilmente confuso – spiega un vicino nella villetta di fronte. Non abbiamo sentito nulla di particolare, pur notando che la casa del dottor Vicentini è rimasta chiusa per tutta la giornata di ieri”. Fuori dall’abitazione anche Giovanni Vicentini, fratello dell’urologo. “Mi aveva detto due giorni fa che con tutta la famiglia sarebbe andata al mare a Tortoreto, ieri ho provato a contattarlo senza ricevere risposta. Ho solo visto che le finestre erano abbassate e ho pensato fossero già partiti. Solo oggi, con delle chiavi secondarie sono andati ad aprire, rendendosi conto della tragedia”.

“Sono profondamente colpito e addolorato. È un dramma incommensurabile, che strazia il cuore della comunità temperese e aquilana di angoscia, turbamento e interrogativi a cui difficilmente potrà essere data risposta. Le mie preghiere e i miei pensieri sono rivolte alle vittime di questa tragedia e ai familiari che restano a piangerla. L’amministrazione è pronta a garantire tutta l’assistenza e il sostegno possibili”. Lo ha detto il sindaco, Pierluigi Biondi, che si è recato sul luogo della tragedia avvenuta oggi nella frazione di Tempera.

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