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SULMONA – Si chiude con un solo indagato l’inchiesta per l’omicidio di Giuseppe Colabrese 27 anni, il cui cadavere, in avanzato stato di decomposizione, venne trovato in un bosco nella provincia spezzina, a Cerri, il 9 ottobre 2015. Si tratta dell’amico F.D.M., 23 anni, anch’egli di Sulmona, che avrebbe colpito Colabrese con un colpo alla testa sferrato utilizzando un oggetto contundente, forse un sasso raccolto lungo la strada. A renderlo noto è il Secolo XIX. Nell’avviso della conclusione delle indagini preliminari, notificato qualche giorno fa, il pm Claudia Merlino descrive il modo in cui l’indagato sarebbe riuscito ad attirare l’amico in una trappola. Secondo la ricostruzione della Procura accade tutto il primo agosto 2015. Quel pomeriggio Colabrese arriva con un treno alla Spezia, dopodiché sale su un autobus diretto ad Arcola. Lì ad attenderlo c’è proprio l’amico che conosce bene la zona perché i genitori sono proprietari di una casa a Romito Magra. I carabinieri del nucleo investigativo, agli ordini del maggiore Armando Ago, sono venuti a conoscenza dell’appuntamento analizzando il traffico telefonico dei cellulari utilizzati dai due ragazzi per portare avanti una presunta attività di spaccio di hashish. Di Colabrese si erano perse le tracce in agosto e la famiglia si era anche rivolta alla trasmissione di Rai 3 “Chi l’ha visto?”. «Abbiamo ricevuto la notifica della fine indagini ma prima di dire qualcosa sulla vicenda voglio leggere le carte», spiega il legale del sulmonese indagato, l’avvocato Lando Sciuba, al Secolo XIX.

A.D.A.

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