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SULMONA – La prima proiezione c’è stata l’altro giorno, l’8 marzo, in occasione della giornata dedicata ai diritti della donna. Nella stanza di via Freda si sono alternati brividi e lacrime per un prodotto ben riuscito, che rende l’idea sulle sfumature della violenza, aspra e cruda in alcune scene. Un docufilm che ha avuto il placet e l’interesse  della commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio. Eppure, nella città che promuove da sempre la cultura nella violenza, ha debuttato in sordina. Senza la risonanza che meritava. Non solo per una questione logistico-organizzativa ma anche per lo scarso interesse istituzionale. “Un film snobbato” per dirla con le parole del sulmonese, Ezio Forsano, autore del docufilm, che ai nostri microfoni ripercorre le tappe salienti del progetto. Un film pensato con le donne e per le donne che ha portato in città non solo l’allora senatrice, Cinzia Leone, ma anche Filomena Lamberti, la donna sfigurata dall’ex marito, che mostra i segni della violenza nella quotidianità ma anche la forza di saperla intercettare per spezzare l’escalation. Per girare il film, nell’estate del 2020, erano arrivate giovani donne da Bari, Napoli, Roma, Termoli oltre a località del Sud Italia. Quasi duecento in tutto. “E’ stata un’umiliazione essere ricevuto da funzionari e istituzioni per strada. Nessuno che si è degnato di dare spiegazioni nè di intavolare un confronto. Quando l’altro giorno abbiamo proiettato il docufilm ho pianto perchè, dopo tre anni, ho visto coronare un sogno”- si sfoga Forsano. Nonostante l’isolamento del progetto e del suo autore, il sulmonese ha in animo di realizzare una stele dedicata alle vittime di violenza da posizionare nell’area di via Togliatti, spesso ricettacolo di degrado e sporcizia. Un progetto che sarà presentato alle istituzioni con la speranza, questa volta, di trovare le porte aperte.

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