banner
banner
banner
banner
banner
banner
banner
banner

Sta rasentando il ridicolo la questione del treno della Tua Sulmona- Pescara abolito a dicembre senza alcun preavviso verso i tanti pendolari che lo utilizzavano per recarsi sul posto di lavoro. Da qualche giorno il treno era tornato a circolare ma solo nella tratta Chieti- Pescara in modo anonimo senza che i viaggiatori venissero informati per essere poi di nuovo abolito ieri. Ora con un comunicato sul sito Tua si apprende che dal prossimo 23 gennaio si apprende che sarà istituito un nuovo treno che partirà da Chieti proprio nell’ora in cui passava il convoglio che prima originava da Sulmona e che, abolito da dicembre, ha lasciato a piedi centinaia di lavoratori del centro Abruzzo e dei comuni dell’alta valle pescarese. “Un’organizzazione a dir poco approssimativa del servizio che non tiene affatto conto delle reali esigenze dei lavoratori che usano i treni per potere recarsi al lavoro e forse frutto più dell’intervento di qualche signorotto locale che di un’attenta programmazione che tenga conto delle reali esigenze dei cittadini”- protestano i pendolari. “Una nuova organizzazione dei servizi estremamente discriminatoria di una vasta fetta di popolazione abruzzese che viene privata del diritto ad avere un pubblico servizio. Difatti vi è stata una ulteriore riduzione dei servizi relativi alla cittadinanza dell’area peligna a tutto vantaggio di quella aquilana e pescarese che vedono invece di un aumento dei treni. Questo nell’assoluta indifferenza dei rappresentati politici peligni delle altre aree interessate che non hanno ritenuto di prendere alcuna posizione a tutela dei tanti pendolari a cui è stato tolto un servizio essenziale in un periodo di grande crisi. La speranza è che ci sia un rapido intervento del Presidente della Regione per ripristinare le regolari corse e consentire ai tanti cittadini dell’area peligna di riavere un servizio essenziale per lavoratori e studenti universitari”- concludono i viaggiatori sul piede di guerre. Due pesi e due misure. E’ proprio il caso di dirlo.

Lascia un commento