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CASTEL DI SANGRO – 26 anni di reclusione per due romeni e rinvio per nuovo giudizio per il terzo romeno che con il suo pentimento aveva consentito ai carabinieri di arrestare i complici. Questa è la sentenza pronunciata dai giudici della Corte di Cassazione sulla tragica rapina che avvenne il 2 giugno del 2017 a Castel di Sangro. Quella sera i tre romeni decisero di entrare in casa di Domenico Di Luia, l’anziano portatore di handicap che viveva da solo.
Mentre i tre cercavano oro e preziosi da portare via l’anziano si svegliò avvertendo rumori sospetti provenienti dalla sala da pranzo. Si alzò e una volta in cucina si trovò di fronte ai tre malviventi. I tre si scagliarono contro l’anziano disabile colpendolo con calci e pugni, lasciandolo agonizzante sul pavimento per poi fuggire via. Più tardi però uno dei rapinatori, colpito da rimorso, avvertì i carabinieri dell’accaduto, che prima soccorsero l’anziano e poi si misero alla ricerca dei rapinatori che arrestarono poco dopo. Trasferito in una clinica riabilitativa per lungodegenti a Bolognano, Domenico Di Luia morì il 27 ottobre, in seguito alle gravi conseguenze dell’aggressione subita. I due rumeni stati condannati in primo grado all’ergastolo e a 10 anni di reclusione il terzo. Sentenza che era stata parzialmente riformata in sede di Corte d’Assise d’Appello ma solo per due di loro condannati a 26 anni di carcere. La vicenda è quindi finita davanti ai giudici della Corte Suprema i quali hanno confermato la sentenza di condanna a 26 anni e hanno accolto il solo ricorso del ladro pentito ritenendolo responsabile di concorso in tentata rapina e di concorso anomalo nell’omicidio con rinvio per un nuovo giudizio su questi capi d’imputazione davanti ai giudici della Corte di Appello di Perugia.

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