RIVISONDOLI. Gli mandano un proiettile per posta e finisce sotto processo per calunnia. L’incredibile storia è capitata al sindaco di Rivisondoli, Giancarlo Iarussi, che è finito ieri davanti al giudice del tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio. A riportare la notizia è il quotidiano Il Centro. La vicenda risale al 30 agosto del 2021 quando Iarussi ritirò una raccomandata e trovò il proiettile all’interno di una busta. Circostanza che lo aveva spaventato e non poco tanto è che il primo cittadino, all’epoca in procinto di presentare la candidatura, si era recato immediatamente nella caserma dei carabinieri per sporgere denuncia contro ignoti, ritenendo che l’episodio rappresentava un chiaro atto intimidatorio per farlo desistere dall’impegno politico. I militari avviarono le indagini, risalendo all’ufficio postale di Sulmona dove era stata spedita la raccomandata. Dall’analisi delle telecamere, confrontando giorno e ora della spedizione, gli inquirenti riuscirono a dare volti e nomi ai presunti autori del gesto, anzi alle autrici. Si tratta di due donne, di cui un’ex consigliera comunale, che finirono sul registro degli indagati per tentata estorsione e sostituzione di persona. Avevano infatti sottoscritto la lettera minatoria sotto un altro nome e, secondo il pm, la minaccia aveva come obiettivo quello di intimorire Iarussi non tanto per la candidatura a sindaco ma per l’impugnazione di una sentenza che riguardava un’opera di demolizione. Con le indagini si arrivò anche al mandante, un’altra donna, che aveva confezionato la lettera. Sentita in caserma dai carabinieri, quest’ultima aveva dichiarato che Iarussi sapeva bene chi erano le mittenti della “missiva indesiderata”. Dichiarazione che portò la procura a chiedere e ottenere l’archiviazione per le due indagate, perchè il fatto non sussiste, e a ritenere che il sindaco avesse fatto tutto da solo. Un’accusa grave per gli avvocati difensori, Tania Liberatore e Roberto Del Giudice, pronti a dare battaglia. “Da vittima sono passato a carnefice. Dopo aver chiesto aiuto alla giustizia in seguito ad un atto intimidatorio ricevuto, mi ritrovo perfino sotto processo. Tutto ciò è assurdo”- ha commentato Iarussi. Prossima udienza a dicembre.