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SULMONA – “La città si dedichi di più ad abbassare i livelli e i toni di conflittualità, ritorni al sorriso perché nei momenti di difficoltà ci si stringe tutti intorno al problema, ci si abbraccia e si va avanti”. Sono queste alcune delle ultime parole pronunciate dall’ex vice sindaco, Nicola Angelucci, morto ieri all’ospedale di Pescara dopo aver lottato contro un brutto male. In una delle ultime interviste televisive rilasciate alla nostra emittente, prima ancora delle elezioni regionali del febbraio 2019 e della fine della sua ultima esperienza amministrativa, Angelucci invocava la coesione e lo spirito di unitarietà di una città che deve ritrovare la forza di rimettersi insieme. Certo non poteva immaginare quello che sarebbe accaduto di lì a poco. La sua voglia di fare e operare per la città si è dovuta fermare di fronte quel ribaltone di giunta, all’indomani delle consultazioni, ma le interviste d’archivio restano nella memoria collettività. L’unità e la collaborazione fattiva sono valori ancora da recuperare e diventano una sorta di testamento per Sulmona. (a.d’.a.)

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