banner
banner

CORFINIO – A distanza di più di due anni da quella immane tragedia la dinamica risulta ancora da chiarire. Per questo saranno svolti ulteriori accertamenti sull’uroxicidio-suicidio di Corfinio, con il fascicolo trasferito nella Procura del capoluogo di regione, dopo l’opposizione alla richiesta di archiviazione depositata dai magistrati sulmonesi da parte della famiglia. La morte dei coniugi Enrico Marrama e Maria Pia Reale, risale al 28 giugno del 2020: lei per mano del marito, e lui poco dopo in ospedale a causa delle ferite che si era provocato nel tentativo di suicidarsi. Il procuratore Alessandro Mancini ha infatti firmato il documento, indirizzato a procuratore e gip del tribunale di Sulmona, che nega la richiesta di archiviazione del procedimento, e trasferisce alla Procura generale le indagini. Enrico, 70 anni, uccide la moglie Maria Pia, colpendola ripetutamente alla testa con un tagliere da cucina. E’ il figlio ad allertare i soccorsi, dopo essere entrato in casa e aver visto il padre con un coltello nell’addome, arma con la quale in un primo momento si pensa che abbia ucciso la moglie. Il 70enne, trasportato all’ospedale di Sulmona muore nel pomeriggio dello stesso giorno, il 28 giugno. Entrambi erano in pensione: lui è stato carrellista alla Lafarge Gessi, lei a lungo maestra del paese. Stavano attraversando un periodo poco felice, perché Enrico Marrama si era fatto trascinare nel baratro del gioco. La ludopatia è stata spesso oggetto di liti e di alterchi in casa, sia con la moglie sia con i due figli. Inoltre, quando si è consumato il dramma, il 70enne era stato da poco dimesso dall’ospedale dell’Aquila, dove era stato ricoverato in seguito a un tentativo di suicidio. E’ questo probabilmente il nodo attorno al quale ruota tutta la vicenda. Sul caso indaga la procura di Sulmona, che conclude le indagini nel giugno scorso con la richiesta di archiviazione, alla quale si oppongono i figli Pasquale, Luigi e Rachelina Marrama, rappresentati dagli avvocati Gianni Falconi e Giuseppina Di Massimo. Gli accertamenti vanno avanti.

Lascia un commento