banner
banner

SULMONA – “In seguito alle numerose richieste ricevute in questi giorni, abbiamo deciso di riaprire la piattaforma telematica per le manifestazioni di interesse alla vaccinazione anti Covid 19 degli ultra 80enni, diversamente abili e categorie fragili in possesso di codice di esenzione per patologia”. Lo comunica l’assessore alla Salute, Nicoletta Verì. La piattaforma era rimasta in funzione dal 18 gennaio fino al 28 febbraio scorsi, registrando l’adesione di oltre 66mila utenti. “E’ stato un grande risultato – continua l’assessore – che ci ha permesso di organizzare al meglio la campagna vaccinale sui territori in base al numero delle adesioni e alla loro residenza. Nelle prime due settimane gli anziani che hanno ricevuto la prima dose di vaccino sono 18023 e si sta partendo già con i richiami. A metà mese contiamo di iniziare con le vaccinazioni dei disabili e delle categorie fragili, con l’auspicio che non ci siano nuovi tagli alle forniture di vaccino che ci vengono recapitate”. La piattaforma è raggiungibile all’indirizzo sanita.regione.abruzzo.it. In questi giorni si sta procedendo con l’inoculazione delle dosi per gli over 80 anche a Sulmona.  Il vaccino ha superato la prova generale anche se continuano ad arrivare segnalazioni sui criteri di chiamata dalla Asl che, sembrerebbe, stia seguendo il sistema Random, tenendo conto dell’eterogeneità delle fasce d’età over 80 e dell’area geografica di riferimento.  Intanto i consiglieri regionali, Marianna Scoccia e Sandro Mariani, attaccano Marsilio sulla politica dei vaccini. “Il presidente Marsilio fa sapere che verrà pianificata una redistribuzione delle dosi disponibili in Abruzzo per incrementare la campagna nelle zone rosse, tra l’altro a poche ore dai dati Agenas sul tasso di occupazione dei posti letto che potrebbero portare, dalla prossima settimana, l’intera regione in zona rossa – sottolineano i consiglieri – Una scelta ampiamente discutibile, che pone diverse questioni relativamente alle criticità sofferte dai diversi territori abruzzesi, che, seppur diverse, meritano una disamina più approfondita”.  Secondo Scoccia e Mariani “l’applicazione di tale provvedimento risulterebbe gravemente sfavorevole per le comunità delle province aquilane e teramane e non si garantirebbe una uniformità di trattamento per la platea dell’utenza coinvolta nella campagna vaccinale”. (a.d’.a.)

Lascia un commento