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SULMONA –  Dalla padella alla brace. Prima l’odissea dell’inaugurazione e della mancata entrata in funzione per problemi burocratici. Poi lo spiraglio che si è aperto per l’utilizzo della struttura in un tempo di emergenza ma la Asl ha scelto il capoluogo di regione. L’accordo per destinare la struttura per guariti Covid è andato in fumo, come spiegato dalla stampa in questi giorni, e mentre si scatena la rabbia della politica per l’ennesimo schiaffo al territorio, ad alzare la voce è proprio il Presidente dell’associazione, Sante Ventresca, che aveva riunito il direttivo dopo l’ok della Protezione Civile regionale per destinare la struttura all’emergenza Covid e ai pazienti che devono essere negativizzati. Per l’Aias oltre il danno la beffa. Ha dovuto adeguare gli allacci, effettuare una serie di interventi, ritoccare gli arredi per una spesa complessiva di 5 mila euro. Ieri la notizia che era nell’aria ma che getta carne sul fuoco: niente convenzione. Almeno per ora. Se il sindaco Annamaria Casini e la consigliera regionale Marianna Scoccia hanno gridato allo scandalo, per l’ennesimo schiaffo alla città e ai suoi utenti, l’Aias si sfoga ai nostri microfoni, spiegando che tutto questo poteva essere evitato. “Non so chi ha voluto tutto questo ma noi ci siamo adoperati per rimettere a posto una serie di cose nella struttura ferma da sette anni”- tuona Ventresca- “quello che è stato fatto non può passare”. Il sindaco ha chiamato a raccolta tutte le forze politiche del territorio e si aspetta “una levata di scudi da parte di tutte la componenti politiche di questa città e di tutti i rappresentanti delle istituzioni, in particolare quelle che oggi hanno la massima responsabilità di governo e dovrebbero chiaramente prendere una posizione a difesa di questo territorio uscendo da un ruolo defilato di fronte al perpetrarsi di questi comportamenti”. Un appello rilanciato dalla consigliera regionale Scoccia e raccolto dai consiglieri comunali Ramunno e Di Rocco. Per l’Aias c’è preoccupazione anche per il post emergenza e per la messa in funzione di Villa Gioia, che nasce nel maggio 2013 come struttura per il dopo di noi, mai accreditata per una diversa destinazione d’uso. Per Ventresca prima o poi bisognerà pensare seriamente anche a quello.

Andrea D’Aurelio

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