SULMONA – Si conoscono e abitano nello stesso palazzo condominiale anche se l’episodio si sarebbe verificato in una villa ricadente sul territorio comunale di Sulmona. Lei, all’epoca dei fatti, 21 enne del posto e lui 46 enne che è stato rinviato a giudizio nella mattinata di oggi dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sulmona, Giovanni De Rensis per le ipotesi di reato di violenza sessuale, lesioni e furto. Una vicenda delicata che risale a febbraio 2021, denunciata dalla vittima che si recò in Commissariato per raccontare le presunte violenze sessuali subite. Stando al quadro accusatorio il 46 enne, a fronte di un diniego espressamente manifestato dalla 21 enne, con violenza consistita nel sollevarla di peso, nel porla sul tavolo della cucina e nel toglierle con forza i leggins indossati dalla giovane, la costringeva a subire atti sessuali. Colpendola pure con uno schiaffo alla parte sinistra del volto, facendo pressione con i suoi pollici sui bulbi oculari della giovane, stringendole con le mani il collo e sferrandole pugni sui fianchi, sulle costole e dietro la schiena, volontariamente le avrebbe cagionato delle lesioni personali, ovvero un trauma cranico facciale giudicato guaribile in venti giorni. Ma non è tutto. Sempre secondo il racconto della vittima, il 46 enne, al fine di trarne profitto, si sarebbe impossessato del telefono cellulare della giovane, che è stato sequestrato dalla Polizia nel corso della perquisizione domiciliare a carico dell’imputato, unitamente a una sostanza polverosa bianca contenuta in un barattolo di vetro, rinvenuta nella villa in uso all’uomo. Dal canto suo il 46 enne avrebbe negato ogni forma di violenza e anche le lesioni, nonostante il referto rilasciato dal pronto soccorso dell’ospedale di Sulmona. Dagli accertamenti eseguiti è emerso che il liquido seminale, captato con il tampone, non è riferibile all’imputato, come ha fatto notare l’avvocato difensore. Secondo la parte civile ciò sarebbe dovuto al fatto che il rapporto sessuale non si sarebbe concluso. Inoltre impronte dell’uomo sarebbero state rinvenute sui vestiti della donna. Insomma l’accusa è solida per essere sostenuta in giudizio come disposto dal Gup. La prima udienza davanti al Tribunale collegiale si svolgerà il prossimo 11 aprile.