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SULMONA – Era stato sospeso dai pubblici uffici e servizi per un periodo di un anno ma il Tribunale del Riesame dell’Aquila, chiamato nuovamente in causa dall’avvocato Pietro Savastano, ha annullato la misura disposta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sulmona, Marta Sarnelli, nei confronti del vice sindaco di Rivisondoli, Roberto Ciampaglia, finito sotto inchiesta assieme al sindaco, Giancarlo Iarussi e alla moglie, avvocato dell’ente, per la tentata estorsione nei confronti di alcuni soggetti partenopei. Una storia che rasenta il paradosso. Il Tribunale di Sulmona aveva applicato l’obbligo di firma per i tre per aver chiesto la somma di circa 20 mila euro a quattro soggetti partenopei, uno dei quali condannato nei tre gradi di giudizio penali per aver costruito la scala di accesso alla propria abitazione direttamente sulla pubblica strada comunale, senza alcun titolo di proprietà. Il vice sindaco in particolare, per il tramite dell’avvocato, Pietro Savastano, aveva spiegato che i denuncianti, attraverso intermediazione degli altri soggetti, avevano ricercato insistentemente un incontro con l’amministrazione comunale (parte politica). Gli indagati, a quel punto, li hanno ricevuti nell’Aula Consiliare del Comune per ascoltare le loro istanze. Nel corso della riunione sono state svolte delle trattative finalizzate a raggiungere un accordo transattivo da sottoporre al consiglio comunale, ma, in ogni caso, gli amministratori richiedevano il pagamento delle spese processuali sostenute dal comune di rivisondoli per la sua difesa nei giudizi penale, conclusisi a marzo 2022 con l’ordinanza della Cassazione che aveva condannato l’imputata in via definitiva, e in quelli amministrativi, uno dei quali ancora pendente avanti il tar Abruzzo sezione di L’Aquila, che vedeva ricorrenti gli stessi denuncianti. La somma richiesta dagli amministratori di Rivisondoli a titolo di spese legali risulta regolarmente impegnata e, dunque, iscritta nel bilancio comunale. Nel momento in cui ha percepito che la discussione non avrebbe portato ad una fattiva conclusione, il vice sindaco ha abbandonato il tavolo. Una ricostruzione che ha spinto i giudici aquilani ad annullare la misura cautelare dell’obbligo di firma per i tre indagati, disposta dal Gip Sarnelli che aveva rigettato le istanze di revoca dei legali in sede di interrogatorio di garanzia. Nel caso di Ciampaglia le due ordinanze arrivarono nel giro di due minuti. Prima quella del Riesame e poi quella del giudice di rigetto dell’istanza di revoca della misura cautelare. Tuttavia il Tribunale, nel pomeriggio del 6 ottobre, emise nuova ordinanza attraverso la quale disponeva, per il vice sindaco, la misura interdittiva dell’esercizio di un pubblico ufficio o servizio. Misura annullata oggi al termine dell’udienza in sede di appello proposta dall’avvocato Savastano che ha riportato questione e Procura di Sulmona dinanzi al Tribunale del Riesame.

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