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L’Autonomia Differenziata è diventata realtà. La FLC CGIL della Provincia dell’Aquila è stata impegnata a respingerla sin dal 2018, anno in cui l’allora Governo Gentiloni sottoscrisse un’intesa con alcune regioni settentrionali: Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna che chiedevano la regionalizzazione di ben 23 materie, tra cui sanità ed istruzione. Sin d’allora abbiamo detto NO ad una misura che sconvolge, in tema di istruzione, l’unità della scuola italiana che deve garantire a tutti e tutte lo stesso standard educativo e deve permettere la rimozione degli ostacoli formativi mettendo in campo ogni adeguata misura correttiva. Con l’Autonomia Differenziata si tende ad una frammentazione dei saperi di cui la qualità della trasmissione dipenderà dalle risorse economiche delle singole Regioni che, in questo modo, avranno la possibilità di decidere autonomamente su Organici, Concorsi, Programmi e Stipendi. Il nostro Paese rischia un passo indietro di cinquant’anni, paventando la possibilità che si torni alle Gabbie Salariali il cui superamento è stata una conquista delle lotte operaie degli anni settanta del secolo scorso. Attualmente, gli stipendi del personale scolastico sono tutelati dal CCNL che, in questo modo, verrebbe superato permettendo ad ogni Regione di stabilirne l’entità sulla base delle risorse interne. Non ci vuole un genio per capire che a Regione ricca corrisponderebbe stipendio ricco e scuola più ricca; mentre, al contrario, a Regione povera corrisponderebbe stipendio povero e scuola povera. Percorsi educativi e formativi più poveri. Inoltre, immaginiamo che, essendo la mobilità del personale di carattere nazionale, arriveremmo in breve tempo alla corsa verso stipendi migliori, migliori condizioni di lavoro e, in generale, migliore qualità della vita in altre regioni con maggiori risorse. L’Autonomia Differenziata, perciò, è divisiva ed aumenta le disuguaglianze socio economiche già nettamente segnate tra le regioni del sud e quelle del nord. Ma aumenta anche il divario, sempre più ampio, tra i centri urbani, le periferie e le aree marginali del nostro martoriato Paese. Diciamo fortemente NO e lo facciamo anche attraverso una raccolta firme per una LIP (legge di iniziativa popolare) che ha bisogno di 50.000 firme per poter essere accolta.

La FLC CGIL della provincia dell’Aquila teme che la combinazione dell’Autonomia Differenziata e delle novità apportate dalla legge di bilancio 2023 sarà distruttiva per il sistema scolastico della nostra provincia su cui insistono scuole che, già da anni, soffrono di impoverimento dell’utenza per ragioni legate allo spopolamento, alla carenza di servizi della aree interne, in altre parole, all’abbandono della politica, sancirà definitivamente la morte delle nostre aree interne, toccando anche scuole situate nei 3 comuni più grandi: L’Aquila, Avezzano, Sulmona.

Attualmente in provincia dell’Aquila ci sono 47 istituzioni scolastiche, per un totale di 34952 iscritti/e, così distribuiti:

Distretto 1, L’Aquila e comuni limitrofi, 12606 iscritti/e;

Distretto 2, Avezzano e Marsica 15285 iscritti/e;

Distretto 3 Valle Peligna 5287 iscritti/e;

Distretto 4, Alto Sangro, 1772 iscritti/e.

Senza alcuna deroga e senza alcun riguardo per le particolarità e le complessità del territorio, applicando sul numero totale degli iscritti e delle iscritte una media regionale di 950 avremo 36 istituzioni scolastiche al posto delle attuali 47.

Delle attuali 47, ben 29 si situano attualmente al disotto dei/delle 900 iscritti/e previsti/e dalle nuove norme, ma anche al di sotto dell’attuale media regionale di 850. Questo vuol dire che si giungerà ad accorpamenti territoriali che condurranno alla creazione di istituti mostri che, vista la particolarità geo morfologica della nostra provincia, dovranno necessariamente coprire territori ampi, spesso montani, mal serviti e con una pessima viabilità.

Chiediamo che la politica si mobiliti per evitare un ulteriore passo verso la desertificazione delle nostre aree marginali e lo schiacciamento della nostra provincia da una media regionale che non tiene conto dell’ampiezza e della complessità del territorio aquilano.

Chiediamo, poiché si dovrà rivedere l’intero assetto delle istituzioni scolastiche e si dovrà necessariamente procedere ad accorpamenti, l’apertura non più rimandabile di tavoli comunali e provinciali al fine di pianificare il futuro delle scuole della nostra provincia.

Confermiamo la nostra assoluta contrarietà alla Autonomia Differenziata e alle misure stabilite dalla Legge di Stabilità contro le quali si aprirà una lunga stagione di mobilitazione nazionale e locale.

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