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Trapelano i primi dettagli dei lavori di riqualificazione di Piazza del Duomo e si capisce come al di là dei richiami simbolici ai quattro quarti cittadini e alle vittime del terremoto, proposti nel progetto dalla ditta che si è aggiudicata l’appalto, non emergano elementi innovativi strutturali che sarebbe stato invece compito del Comune, in qualità di stazione appaltante e secondo una visione della città del domani, prevedere già in fase di bando di gara. Ho già avuto modo di sottolineare in una precedente riflessione come il rifacimento delle piazze cittadine dovesse essere vista come un’irripetibile occasione per introdurre soluzioni finalizzate al deflusso e alla raccolta delle acque meteoriche, così da alleggerire la pressione sul sistema fognario e soprattutto sulle aree alluvionali poste a valle del centro storico. Ritorno sull’argomento, a margine della commissione consiliare in cui si è affrontato il problema delle basse percentuali di differenziata nella nostra città, per allargare il ragionamento sul sistema di raccolta dei rifiuti nel centro storico. In occasione della stessa anche l’amministratore unico di ASM si è detto particolarmente favorevole all’ipotesi di isole ecologiche interrate, soluzione certamente confacente al restyling urbano in atto. Ma, considerando anche i volumi sotterranei occupati dal tunnel dei sottoservizi, dove prevedere queste isole se non nelle piazze? Quando se non ora, approfittando dei lavori di riqualificazione che stanno per partire? È sfiancante ribadire ogni volta come l’apertura di un confronto sulle opportunità da cogliere con i fondi del PNRR avrebbe stimolato riflessioni e proposte di cui la qualità dei progetti messi in campo avrebbe indubbiamente beneficiato. L’amministrazione Biondi, che quel confronto lo ha volutamente impedito, abbia oggi l’umiltà di accogliere suggerimenti e correre ai ripari prima di intestarsi la responsabilità di un lungo elenco di occasioni perse

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